Polonia, Boniek: "Il campionato riparte. La gente ha voglia di calcio"

Il presidente della federcalcio polacca e ex Juventus: "Play-off? Qualsiasi cosa fai, qualsiasi sistema adotti, ci sono sempre vincitori e vinti, chi perde e chi si lamenta."
Polonia, Boniek: "Il campionato riparte. La gente ha voglia di calcio"© /Agenzia Aldo Liverani S.a.s.

"C'è molto piu' lavoro adesso che non quando andava tutto bene: fra programmi e protocolli sono tempi molto duri. Abbiamo deciso col governo di ricominciare con gli allenamenti individuali, poi a piccoli gruppi e dal 10-15 maggio lavorare normalmente per ripartire col campionato il 31 maggio. Bisogna fare programmi con 4-5 settimane d'anticipo. Siamo in piena guerra contro il coronavirus, anche noi siamo chiusi in casa da 50 giorni e la gente ha voglia di tornare alla normalità anche se in Polonia c'è una situazione molto meno drammatica rispetto all'Italia". Sono le parole a 'Radio Anch'io Sport' su RadioUno di Zbigniew Boniek, ex attaccante di Juve e Roma e oggi presidente della Federcalcio polacca . La Polonia prova a tornare alla normalità. Mentre in Italia non c'è ancora una data ufficiale per la ripresa degli allenamenti, altrove è stata già tracciata la 'road map' per la ripartenza delle competizioni. A Varsavia, con la benedizione del governo, le squadre torneranno in campo a fine maggio per chiudere la stagione regolare e poi dar vita ai play-off per il titolo. Recenti sondaggi hanno mostrato che nel nostro Paese prevale il fronte di chi è contrario alla ripresa dei campionati. "Capisco la gente, anch'io ho dei dubbi, non c'è entusiasmo, non ci sarebbe il calcio che vogliono tutti ma d'altra parte bisogna ripartire. In Polonia la gente vorrebbe che si tornasse a giocare, si tornasse alla normalità", assicura Boniek, che ha fiducia nel protocollo elaborato per consentire la ripresa, fermo restando l'anomalia della situazione. "Il coronavirus non e' un attacco cardiaco, è una malattia che procede, se uno ha dei sintomi viene allontato e sottoposto a test, cosi' come tutti i suoi compagni e se sono negativi possono giocare. Ma sono problemi che possono mutare da un giorno all'altro", ammette il 64enne dirigente polacco, confortato anche dalla linea indicata a Nyon. "La Uefa vorrebbe che si chiudessero tutti i campionati e pensa anche alle coppe europee. Oggi dietro una partita ci sono tanti interessi e la Uefa deve cercare di concludere Champions ed Europa League, anche perchè per aiutare le societa' servono soldi. Sedersi e decidere di sospendere tutto e' la soluzione più facile, servono 5 minuti, anche in Polonia se i casi aumentano avremmo delle difficoltà anche se abbiamo dei protocolli abbastanza precisi: gli arbitri, per esempio, saranno dotati di un fischietto elettronico. Bisogna arrangiarsi". "Sarebbe facile chiudere e rivederci a settembre ma in molti perderebbero il lavoro. Il calcio produce denaro e lavoro per migliaia e migliaia di persone", insiste Boniek. In Italia si discute non solo di quando riprendere ma anche del come: c'è il rischio che non ci sia tempo sufficiente per giocare le restanti 12 giornate oltre ai recuperi in sospeso. Riprende cosi corpo l'ipotesi play-off. "Qualsiasi cosa fai, qualsiasi sistema adotti, ci sono sempre vincitori e vinti, chi perde, chi si lamenta. Tutto quello che si cerca di raddrizzare è dovuto a una pandemia, non alla furbizia di una società o di un dirigente. Non ho una ricetta, non c'e' un sistema che tutti sottoscrivono perchè ognuno pensa per sè. In Polonia, per esempio, abbiamo deciso gia' a fine febbraio-inizio marzo che la classifica sarebbe stata congelata qualora il campionato non fosse ripreso e tutti hanno accettato. Ognuno ha la sua versione, ognuno può avere ragione ma e' chi decide che deve prendersi la responsabilita' e gli altri devono accettarlo. Allungare la stagione e poi far giocare il prossimo campionato da gennaio a dicembre? Io sono per i campionati che iniziano a fine agosto e si concludono a maggio, non mi piace una stagione da giocare da gennaio a dicembre.Speriamo che fra un anno il coronavirus sia un brutto ricordo".

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