Inter, senti Recoba: "Potevo essere della Juve. Sul 5 maggio mille caz..."

Così l'ex nerazzurro: "I ricordi prima di arrivare in Italia erano gli uruguayani che avevano giocato li, su tutti Ruben Sosa. Che fortuna giocare con Ibra, Baggio e Ronaldo! Nel 2002 non fu colpa di Gresko!"
Inter, senti Recoba: "Potevo essere della Juve. Sul 5 maggio mille caz..."

MONTEVIDEO (Uruguay) - “Ti dico quello che ho vissuto io. Ci son state mille caz...e, come che prima della partita altri avevano fatto altri risultati per favorire qualcuno e altre cose. Noi siamo andati a Roma, loro lottavano per l’Europa. Siamo partiti alla grande, abbiamo fatto gol e stavamo giocando bene. Poi è arrivato il pareggio, facciamo il 2-1 e potevamo farne altri. Poi c’è stata una giocata sfortunata sul 2-2, un errore. Ci stavamo giocando lo Scudetto". In una diretta Instagram per il canale Youtube "Mario Inter", Alvaro Recoba, sfortunato protagonista della gara con la Lazio che "regalò" il campionato alla Juventus, ricorda il 5 maggio 2002. "Colpa di Gresko? No, è colpa di tutti quelli che erano in campo - prosegue il Chino -. Non è mai colpa di uno. Non ho mai dato le colpe, io ho sbagliato rigori perché mi son preso la responsabiltà di calciare. Per quello sbagliato contro il Rosenborg mi assumo la responsabilità. Tornando al 5 maggio, il 3-2 è stato un colpo duro. Lì abbiamo capito che non era semplice, poi è finita sul 4-2”.

Recoba: "Potevo andare alla Juve"

"I ricordi prima di arrivare in Italia erano gli uruguaiani che avevano giocato li, su tutti Ruben Sosa che era uno dei miei idoli. Uno quando è bambino immagina di arrivare in una grande squadra, ma non di arrivare così lontano. Sei mesi prima di arrivare all’Inter avevo fatto benissimo con il Nacional, poi il mio procuratore mi ha parlato di due possibilità: Inter e Juventus. Ero un ragazzino, avevo 20 anni. Non ti accorgi di dove vai, non lo sai. Il calciatore fa una carriera, i fenomeni di adesso non sapevano di arrivare così lontano. Quando arrivai all’Inter mi trovai in un mondo completamente diverso, io e mia moglie eravamo due ragazzini. Avevo 20 anni ma avevo una responsabilità anche con i tifosi: tutti dipendono da quello che farai in campo, se il lunedì sono contenti o tristi. Una grande responsabilità a soli 20 anni. Ho giocato con Ronaldo, Ibrahimovic, Baggio, Veron, Zanetti e mi mancano tanti altri. Se mi avessero detto di fare questa carriera all’Inter per tanti anni non me lo sarei mai immaginato. Anzi, è andato meglio di quanto immaginassi a 4 anni".

Recoba: "Al Brescia il gol più bello"

"Gol più bello con l'Inter? Il primo che ho fatto contro il Brescia mi sembra uno dei migliori. Me ne son piaciuti tanti, come quello contro la Lazio a Roma. Ma il primo, dopo che lo riguardi... Era da lontano, la palla è partita forte. Poi è difficile scegliere. Il gol con l’Empoli? Il problema è che tre minuti prima ci avevo provato, ma con una palla più morbida. Il portiere aveva fiducia, è uscito sul dischetto. Lui ha pensato al cross, pensava di uscire in presa: invece ho tirato una palla tesa, dritta e lui è stato sorpassato dalla traiettoria del pallone". Sul gol da corner: "Voluto? La verità è che quello è stato il primo, poi in carriera ne ho fatti altri sei. Non era così casuale (ride, ndr). Noi avevamo uno come Di Biagio che anticipava sempre tutti sul primo palo quando calciavo, capiva dove andava la palla. È una cosa in cui è difficile allenarti, nei calci d’angolo cerchi di migliorarti".

Recoba: "Cavani all'Inter? Magari!"

Su Moratti: "Io mi son fatto voler bene, non solo da lui ma da tutti. Non andavo a cercarlo tutto il giorno, ero un ragazzo che faceva la sua vita, stava con sua moglie. Lui aveva questa passione e io l’ho chiamato 50 volte di più quando sono andato via all’Inter rispetto a quando ci giocavo. C’era un feeling cresciuto, vedendo un ragazzo che vedeva il calcio come lui voleva che fosse, con allegria. Ero una persona famosa, ma ero lo stesso di sempre". Sul Barcellona: "Nel 2001, mi sembra, era uscito che potessi andare al Barcellona. Moratti era molto amico del presidente, ma ha detto subito di no, dopo due secondi". Su Cavani obiettivo dell'Inter: "Magari, magari. No? In questo periodo però stiamo vivendo una situazione delicata, parlare del calcio attuale e di chi arriverà o no mi sembra un po' una cazzata. In questo momento ci sono cose molto più importanti. Ognuno di noi deve stare in casa, poi si vedrà. Ora in Uruguay ci siamo resi conto che il calcio non è così importante come lo vogliamo far vedere. Quando vivi situazioni drammatiche il calcio rimane dietro come importanza, molto indietro".

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