E la Merkel segnò a Spadafora

E la Merkel segnò a Spadafora

Il ministro dello sport è andato in fuorigioco un’altra volta e a mandarcelo è stata nientepopodimenoche Angela Merkel, cancelliera di Germania. Ieri pomeriggio, addì 6 maggio 2020, durante il tempo delle interrogazioni in Parlamento (chiamato question time dagli ignoranti la grandezza della lingua italiana), Vincenzo Spadafora aveva detto: «La mia linea e quella del Governo non è mai cambiata: auspichiamo tutti che i campionati possano riprendere regolarmente». Bum. E chi mai aveva sostenuto il contrario? Forse, lo stesso Spadafora con lo stizzito post su Facebook, postato addì 3 maggio 2020 («Gli allenamenti delle squadre non riprenderanno prima del 18 maggio e della ripresa del campionato per ora non se ne parla proprio...").

Ancora, dal resoconto parlamentare di ieri: «Ricordo che in Europa, al momento le uniche date certe sono quelle dei Paesi che hanno deciso di interrompere i campionati. Nelle ultime ore anche l’Inghilterra, che sembrava la più pronta a riprendere, ha rinviato di una settimana la decisione sulla ripresa degli allenamenti». Per forza: nel Regno Unito, giunto al quarantaquattresimo giorno di clausura, l’epidemia ha colpito con quasi tre settimane di ritardo rispetto all’Italia, superata proprio in queste ore dalla Grande Bretagna nel terrificante numero di decessi (30.076) registrato in Europa e seconda solo agli Stati Uniti, prima nazione al mondo per mortalità causata dal Coronavirus. E’ evidente che, in questo momento, Boris Johnson e la Premier League non possano ipotizzare se e quando il massimo torneo inglese ripartirà. Dopodiché, palesando nuovamente una conoscenza superficiale del calcio,

Spadafora ha dimenticato di ricordare i Paesi in cui il pallone o non ha mai smesso di rotolare (Bielorussia) o ha registrato la ripresa degli allenamenti o si accinge a rotolare di nuovo entro la fine del mese o in giugno: Danimarca, Polonia, Faroe, Serbia, Croazia, Repubblica Ceca, Grecia, Islanda, Norvegia, Finlandia, Turchia che ha stabilito sia il 12 agosto il giorno del nuovo inizio della Süper Lig e, addirittura, ha confermato ufficialmente il 29 agosto quale data della finalissima di Champions League.

Ma in agguato c’era la signora Angela Merkel, cancelliera della Repubblica Federale tedesca dal 2005. Nemmeno un quarto d’ora dopo l’intervento del ministro dello sport a Roma, da Berlino è arrivata la comunicazione ufficiale: al termine della riunione con i rappresentanti dei Lander, gli Stati federati della Germania, la Merkel ha dato via libera alla ripresa del massimo campionato. A porte chiuse, naturalmente. La Bundesliga ripartirà o il 15 maggio o il 22 maggio. In caso di positività di un calciatore, il protocollo tedesco prevede una quarantena di due settimane all’interno del centro sportivo di allenamento per il solo interessato e non per tutta la squadra. Si aggiungerà il monitoraggio costante con due tamponi a settimana. Ha sottolineato la stessa Merkel: «I giocatori andranno testati regolarmente, il che è ben diverso, rispetto a testare qualcuno soltanto una volta all’inizio e alla fine della quarantena». Oggi, finalmente, dopo rinvii, passi avanti e indietro, strumentalizzazioni demagogiche e surreale demonizzazione della Serie A da parte di dilettanti allo sbaraglio convinti che a calcio si giochi con la palla ovale, il Comitato Tecnico Scientifico, consulente del Governo, incontra la Federcalcio ed esamina il protocollo da questa predisposto. Se, finalmente, arriverà il via libera, toccherà al Governo impartire la sua benedizione alla ripresa degli allenamenti, propedeutica alla ripartenza del campionato nei tempi e nei modi che verranno dettati dall’evoluzione della situazione epidemiologica. «E’ indispensabile dare una prospettiva globale allo sport professionistico, ma anche alle sue questioni economiche»: parola del ministro federale della sanità, Spahn. Che in tedesco non vuol dire Spadafora.

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