Il ministro senza pallone

Il ministro senza pallone© www.imagephotoagency.it

La domanda sorge spontanea: il ministro dello sport Vincenzo Spadafora che martedì sera, 16 giugno, da Vespa ha improvvisamente chiesto un decreto legge per la quarantena morbida, già approvata dal Comitato Tecnico Scientifico e dal collega dello Sport, Roberto Speranza, è lo stesso che giovedì 28 maggio esultava per la ripresa del campionato? O è lo stesso che il 28 aprile invitava i presidenti «a prepararsi al prossimo campionato perché il sentiero della ripartenza si fa sempre più stretto e potremmo fare come in Francia?». Per dirla con l’indimenticabile, amatissimo Camilleri, il calcio italiano, noi, tutti, ci siamo rotti i cabasisi di questo andazzo. Ora basta. B-a-s-t-a.

Dove caspita vive Spadafora? Ma lo sa che ieri sera, oltre alla finale di Coppa Italia, si è disputato il recupero Ascoli-Cremonese? Che domani alle 17.30 si giocherà Spezia-Empoli? Che sabato scatteranno i primi due recuperi di A e il resto delle 29^ giornata di B? Ma lo sa che a causa del suo mancato visto al nuovo protocollo sulla quarantena, il Venezia non sa ancora se potrà affrontare il Pordenone, per via della positività di Felicioli? Com’è possibile ridursi sempre all’ultimo momento? Perché Spadafora si è svegliato solo l’altro ieri per dichiarare: «Il Cts si è detto d’accordo da un punto di vista scientifico, ma bisogna cambiare la norma sui 14 giorni di quarantena contenuta in un decreto legge. Quindi: o si fa un emendamento al dl oppure, in un prossimo decreto legge dobbiamo cambiare. Ovviamente, in entrambi i casi non ci sono i tempi per essere efficaci dal 20». Questo l’ha detto martedì sera. Nemmeno ventiquattro ore e Spadafora ha smentito se stesso: «Speriamo di chiudere con un atto amministrativo già domani». Cioè oggi. Bene. Così, finalmente potrà occuparsi del curling. E’ uno sport bellissimo.

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