Cassano: "Perché il Var non è intervenuto su Bentacur? Alla Juve sarei durato 3 giorni"

L'ex attaccante si scaglia contro gli arbitri e l'uso della tecnologia: "Errore gravissimo in Milan-Juve. Ronaldo? Ogni domenica è avvelenato e vuole spaccare la porta per far gol"
Cassano: "Perché il Var non è intervenuto su Bentacur? Alla Juve sarei durato 3 giorni"

TORINO - Antonio Cassano non si smentisce mai, con le sue parole schiette e pungenti. L'ex attaccante di Roma, Milan, Inter e Real Madrid è intervenuto a Bobo Tv, la diretta Twitch di Christian Vieri, insieme con Lele Adani e Nicola Ventola, scagliandosi contro l'uso del Var e la qualità degli arbitri odierni, portando alcuni esempi recenti: "C'è il caso di Lautaro che fa fallo di mano fuori area e l’arbitro ha dato rigore (poi corretto dal Var in Sampdoria-Inter, n.d.r.). Poi altri due rigori, uno di Thorsby e l'altro di Barella con l’arbitro che era a 6 metri e ha fatto no, no, no, (ma poi ha dato rigore con l'on field review, n.d.r.). Poi, ancora più grave (in Milan-Juve, n.d.r.), sul 2-1 per la Juve, Bentancur doveva essere espulso: ha fatto un fallo importante, bisognava dargli il secondo giallo e, a mezz’ora dalla fine, sarebbe cambiata la partita. Il Var interviene quando gli pare? Oppure dipende dal fatto che ci sia un arbitro bravo o meno. L’altro giorno c’è stata una gravissima mancanza per il Milan. E’ un errore gravissimo, l'arbitro non può non ammonire. Ed era una partita da scudetto".

Cassano esalta Ronaldo

Cassano poi paragona Cristiano Ronaldo agli attaccanti del Napoli, sottolineando come il portoghese della Juventus abbia una carica incredibile: "Ronaldo ha fatto 760 gol e ogni domenica è avvelenato, vuole fare gol e spaccare la porta. Avvelenati non significa che devono correre o menare, ma che vuoi fare la differenza, vuoi fare gol per stare sul pezzo. Ronaldo ogni domenica fa tre gol, ma ne potrebbe fare sette. Se il Napoli avesse vinto contro lo Spezia 7-1 o 8-2, nessuno potrebbe dire niente perché ha tirato 30 volte in porta e si è mangiato l’impossibile. Gattuso dice delle cose molto importanti: questa squadra qui non ha preso il carattere dell’allenatore. Lui vuole grande qualità, ma non riesce a far capire la cattiveria alla squadra nel difendere e nell’attaccare, quello in cui era bravo Gattuso quando giocava. Rino vuole un Napoli avvelenato e cazzuto".

Cassano: "Chiellini sente l'avversario"

Cassano tesse le lodi anche dell'eterno Giorgio Chiellini: "L'unico difensore che sente l'avversario è Giorgio Chiellini, è l'unico che fa questo lavoro qui, tavolta anche rompendoti le scatole. E' difficile che fai gol con lui". Di Rabiot e Bentancur dice: "Tutti parlano di Rabiot che è bello da vedere, è elegante e ti affascina di più, ma Bentancur è uno di quei giocatori che sono più utili di tanti altri in una squadra. Bentancur e Villar della Roma hanno la stessa idea di calcio, il centrocampista della Juve è anche più completo"

"Alla Juve sarei durato 3 giorni"

Cassano racconta anche il motivo per cui disse no alla Juve: "Io pensavo di andare all'Inter, a un certo punto mi chiama Bronzetti e mi dice 'Anto, ti vuole il Real Madrid". Periodo dei Galacticos, come faccio a dire no al Real Madrid. Avevo il dubbio, ma come facevo. Prima ancora mi ricordo che il Bari aveva un accordo per cedermi alla Juve a 50 miliardi. Dopo 3 giorni mi chiama il procuratore e mi dice che la Roma aveva offerto 65 miliardi. Ho scelto per lo stipendio, ma alla Juve non volevo andare perché sarei durato 3 giorni. Faccio la presentazione, il primo allenamento e al terzo giorno mi cacciano via. Non era per me".

I fratelli Inzaghi in panchina

Mea culpa di Cassano sui fratelli Inzaghi: "Quando hanno iniziato i fratelli Inzaghi a fare gli allenatori, io ero convinto al 100% che Pippo avrebbe fatto una carriera clamorosa da allenatore. Lui si andava a vedere i giocatori di Serie A, B, C, D, conosceva tutti, vedeva calcio. Simone non lo vedevo a fare il tecnico e c'è stato un periodo che Simone ha preso il largo e Pippo ha fatto grande fatica al Bologna e al Milan. Per come giocava il Bologna, io sono il primo che diceva 'questo per me non può allenare'. Quello che ho visto però l'anno scorso e soprattutto quest'anno... Lui giocava con il 3-5-1-1, ora con un 4-3-3 da squadra. Attaccano in tanti, difendono in tanti. Se gli dai una punta, rischia di fare un campionato clamoroso. Dobbiamo ricordarci che il capocannoniere del Benevento è Sau che non gioca, con 4 gol. Non lo avrei mai pensato, ma devo ricredermi. Sta facendo molto bene con una squadra mediocre, un lavoro fantastico. La B la puoi vincere anche facile e l'ha stradominata. Quest'anno, esclusa quella con l'Inter, in tutte le altre partite se l'è giocata e avrebbe meritato anche qualcosa di più. Io mi devo ricredere. Chapeau".

Pochi allenatori stranieri in Italia

A suo giudizio sono troppi pochi gli allenatori stranieri in Italia: "Per quale motivo in Italia ci sono solo due allenatori stranieri? Noi pensiamo sempre alle minestre riscaldate. Uno è Fonseca, infatti sta facendo calcio vero, e un altro è un quasi italiano come Juric. Perché non si punta su allenatori con mentalità diverse? C'è stato un allenatore che ha dato spettacolo in Europa negli ultimi 15 anni, ma a Roma è stato deriso. Questi era Luis Enrique".

Elogi invece per l'Atalanta di Gasperini: "Fisicamente l'Inter dovrebbe dare 10-0 a tutte. Ma l'Atalanta fa calcio, Guardiola ha detto la cosa più vera. Quando incontro l'Atalanta è come andare dal dentista, devi aver sempre paura". 

Il retroscena di mercato su Totti

Altra chiccha del barese su un retroscena di mercato legato a Totti: "Ero affezionato e sono affezionato alla Roma, sarei rimasto per tutta la carriera. Nel 2004 torno dopo un grandissimo Europeo. Totti aveva sbagliato, sputando a Poulsen. C'era ancora Baldini dentro e Totti era stato venduto al Chelsea. Io dovevo essere il futuro della Roma, venivo da un campionato clamoroso, avevo 22 anni e il mondo ai miei piedi. Ovviamente Totti lo viene a sapere, se la lega al dito e poi sono nati problemi. Io me ne sono andato per il rinnovo, perché mi hanno promesso una determinata situazione e poi si erano rimangiati la parola. A me ha chiamato Moratti, il giorno di Natale. Siccome il mio numero di telefono non lo do a nessuno, lui aveva quello di mio cugino. Quando gli ha telefonato ha detto 'Ciao Antonio sono Moratti'. Lui ha risposto: 'Sì, io sono Berlusconi'. E ha chiuso il telefono".

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