Governo Draghi, almeno uno che sappia di sport

Governo Draghi, almeno uno che sappia di sport© EPA

«Non conoscevo il mondo dello sport, al quale mi sono avvicinato con curiosità, rispetto e attenzione».

Vincenzo Spadafora, ministro dello Sport nel governo uscente Conte bis, rimasto in carica per 17 mesi. Roma, 4 febbraio 2021.

 

Almeno uno. Ce ne fosse stato almeno uno che avesse parlato di sport a Mario Draghi nel battaglione di politici di ogni ordine, colore e grado sfilato in questi giorni davanti al presidente del Consiglio incaricato. Eppure, secondo le stime del Coni, lo sport vale l’1,9% del Pil del nostro Paese, cioè 30 miliardi di euro; cioè, considerando l’indotto, 60 miliardi di euro, cioè quasi il 4% del Pil. Eppure, il sistema sport coinvolge 14 milioni di persone (i soli collaboratori sportivi sono 899 mila, fra tecnici, dirigenti e ufficiali di gara; gli atleti sono 5,65 milioni; i praticanti sono 7,7 milioni, tenuto conto anche degli enti di promozione sportiva). Il calcio professionistico e dilettantistico (300 mila occupati) fattura 5,8 miliardi di euro all’anno e ogni anno versa 1,250 miliardi di euro nelle casse dello Stato. Ciononostante, gli ultimi due governi hanno partorito la peggiore riforma dello sport mai vista nella Via Lattea, per non dire dei ritardi nell’erogazione dei fondi allo sport di base, del collasso delle palestre e dei circoli sportivi, della paralisi della pratica sportiva amatoriale. Ciononostante e c’è voluto anche il martellamento di Tuttosport durato un mese, il Coni ha potuto salvare inno, tricolore e squadre soltanto il giorno prima della mannaia Cio: sarebbe scattata il 27 gennaio, se non ci fosse stato il decreto legge, varato con notevole sprezzo del pudore la mattina stessa delle dimissioni del Conte bis. Ecco perché, all’ex presidente della Bce, ex cestista, ex maratoneta, tifoso della Roma e del calcio che dà vita al Governo dei Competenti e della cui competenza ci fidiamo ciecamente, ci permettiamo indirizzare un caloroso auspicio: che sia un ministro/a o un/a sottosegretario/a che si occupi di sport, non importa. Conta solo che capisca di sport, che sappia di sport, che conosca la Carta Olimpica e non scambi Thomas Bach con Johann Sebastian Bach. Abbiamo già dato

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