Rummenigge esclusivo: "Non so se Ceferin potrà far pace con Agnelli"

Intervista all'ad del Bayern Monaco appena nominato nell'Esecutivo Uefa: "Riporterò la pace nel mondo del calcio"
Rummenigge esclusivo: "Non so se Ceferin potrà far pace con Agnelli"© EPA

«Non ha vinto il Bayern e nemmeno Rummenigge, bensì il calcio vero. Quello di cui tutti siamo innamorati». Karl-Heinz Rummenigge, ad dei bavaresi campioni di tutto e fresco di nomina nell’Esecutivo Uefa, ha avuto un ruolo fondamentale durante il “terremoto Superlega” degli ultimi tre giorni e lo avrà soprattutto nelle prossime settimane. Sarà Kalle, l’ex campione dell’Inter e della Germania, il grande mediatore tra i 12 top club dell’iniziale scissione (Real Madrid, Barcellona, Atletico, Juventus, Milan, Inter, Manchester United, City, Liverpool, Chelsea, Arsenal, Tottenham), la Uefa e il calcio europeo tutto. «Io - racconta Rummenigge a Tuttosport - sono conosciuto per essere un uomo di dialogo e non di guerra. Così il presidente della Uefa, Ceferin, mi ha chiesto di dargli una mano per risolvere i problemi e ripartire dopo giornate difficilissime per il mondo del calcio».

Come ha vissuto l’annuncio della Superlega - da cui il suo Bayern è sempre stato fuori assieme al Psg - e il dietrofront dei dodici club nel giro di 48 ore?

«Ho 65 anni e nella mia vita ne ho viste tante. Non sono stati giorni facili, ma l’importante è che la storia sia chiusa. Quello che è successo dispiace a tutti, anche a chi ha fatto nascere la Superlega. Martedì sera ho sentito Ferran Soriano, l’ad del Manchester City, e oltre a confermarmi la ritirata si è scusato per l’accaduto. Dopo di lui, sono arrivate le scuse di tanti altri club. Si sono sbagliati di grosso, però non è quello che mi interessa ora. L’importante è uscire dalla crisi con intelligenza».

Se avesse una bacchetta magica, cosa farebbe?

«Restituirei felicità, armonia e lealtà a tutto il mondo del pallone immediatamente. Purtroppo non ce l’ho, quindi dovremo lavorare... (risata)».

Da dove pensa di ripartire per ricomporre la crepa tra i “12 club” e il resto del calcio europeo?

«Aspettiamo che le acque si calmino, poi punteremo sul dialogo. Il presidente Ceferin, e io la penso come lui, mi ha ribadito nelle ultime ore che non ha intenzione di chiudere le porte in faccia a nessuno».

Nemmeno ad Andrea Agnelli?

«Non so se la pace tra i due sarà possibile, Ceferin è molto deluso. Detto questo, la Superlega era composta da dodici squadre. Non solo da Agnelli».

Lei è riuscito a parlare con il presidente della Juventus?

«No, ma per mia scelta... Non è il momento di chiamarlo. Non è importante sentirsi velocemente. Meglio far sbollire la cosa. Poi capirò da Andrea le motivazioni che lo hanno portato a comportarsi in quel modo e con il dialogo ne usciremo tutti insieme. Non escludo nulla».

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