Superlega, i retroscena: chi ha avvertito Ceferin e l'inizio della valanga

Il New York Times: Laporta (Barça) rivela il progetto a Tebas (Liga) che avverte il capo dell’Uefa
Superlega, i retroscena: chi ha avvertito Ceferin e l'inizio della valanga© ANSA

L’eco della bomba Superlega è stata così forte che, una volta esplosa in Europa, ha fatto tremare pure i vetri dei palazzi newyorchesi varcando l’oceano. Non a caso di questa clamorosa vicenda ne ha parlato anche il New York Times, dedicando un’approfondita ricostruzione delle 48 ore che hanno fatto traballare il football del vecchio continente. Il racconto fa il verso ai gialli venduti in milioni di copie in tutto il mondo a firma di John le Carrè. Dunque la spy story gustata dai lettori americani ha come protagonisti principali da una parte Aleksander Ceferin, numero uno dell’Uefa e dall’altra Andrea Agnelli, presidente della Juventus, nonché il dirigente che insieme agli altri undici ribelli si è esposto più mediaticamente con Florentino Perez. Come tutti i gialli che si rispettano, anche questa ricomposizione della realtà non regala il piatto forte, ovvero gli scambi fra Ceferin e Agnelli, nelle prime battute, ma dopo una gustosissima introduzione che consente di capire chi ha fatto - involontariamente? - suonare l’allarme su un affare diventato alla fine, “un’improbabile alleanza di fondi speculativi americani, oligarchi russi, magnati industriali europei e reali del Golfo che ha cercato di prendere il controllo delle entrate dello sport più popolare al mondo, creando una superlega europea chiusa”.

LAPORTA SPIFFERA - La prima scena ci porta in Spagna, dove Javier Tebas, numero uno della Liga sente Joan Laporta, presidente del Barcellona, poco prima dello scorso week end sentendosi dire dal blaugrana che il suo club avrebbe aderito a una nuova lega separatista per società ricche, una dozzina: avevano tempo per aderire entro domenica sera! A quel punto Tebas avverte immediatamente Ceferin di ciò che sta per esplodere e il massimo dirigente non si capacita per cosa ha sentito. “Solo poche settimane prima, il suo caro amico e alleato Andrea Agnelli, presidente della Juventus, lo aveva assicurato che i rumors di nuovi colloqui separatisti erano solo una voce. Appena un giorno prima, infatti, Agnelli e la sua organizzazione si erano nuovamente impegnati in una serie di riforme per la Champions e tutto doveva essere approvato lunedì”. A questo punto il New York Times accelera il “ritmo” del racconto: “Così, sabato, mentre è scivolato sul sedile anteriore della sua Audi Q8 per iniziare il viaggio di otto ore da casa sua a Lubiana al suo ufficio in Svizzera, Ceferin decide di andare a fondo. Chiama Agnelli. Il suo amico non risponde. Ceferin - il padrino del figlio più piccolo di Agnelli - manda un messaggio alla compagna dell’italiano e chiede se può convincere il presidente della Juventus a chiamarlo con urgenza. E’ in viaggio da tre ore quando squilla il cellulare. Con disinvoltura, Agnelli rassicura Ceferin, ancora una volta, che andava tutto bene. Ceferin suggerisce di emettere un comunicato congiunto che avrebbe posto fine alla questione. Agnelli acconsente. Ceferin scrive un verbale dalla vettura e lo invia ad Agnelli.

IL GOLPE NASCE - Un’ora dopo, Agnelli chiede tempo per rispedire una versione modificata. Passano le ore. Gli uomini scambiarono più chiamate. Alla fine dice a Ceferin che ha bisogno di altri 30 minuti. Poi Agnelli spegne il telefono”. Nel frattempo l’Audi di Ceferin macina km e arrivato in Svizzera effettua un paio di chiamate che gli fanno capire che in realtà si stava consumando un golpe e che il progetto alternativo, la Superleague, era un realtà che non a caso da lì a poco sarebbe stata annunciata, ovvero dopo la mezzanotte di domenica. Col passare del tempo Ceferin comprende che i 12 club non avevano tutti le stesse responsabilità e altri come Bayern e Psg avevano rifiutato.

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