Guardiola sibillino: "Il mio gioco? In Italia farò lo stesso..."

Il tecnico del Manchester City si confessa a Bobo Tv: "Messi è fortissimo anche per mentalità, in partitella non perdeva mai. Capello? Diceva solo 'palla avanti'"
Guardiola sibillino: "Il mio gioco? In Italia farò lo stesso..."

Pep Guardiola si confessa a Bobo Tv, come ospite d'onore, a sette giorni dalla finale di Champions League tra il suo Manchester City e il Chelsea: “Messi è fortissimo, è il più forte - dice ricordando l'epoca in cui guidava il Barcellona - al di là della qualità, è la sua mentalità che impressiona. In quattro anni con lui non ha mai perso neanche una partitella. Può giocare dappertutto. Sono quattro-cinque nella storia del calcio come lui. Il ruolo di Messi? L’ho imparato ai tempi del Barcellona di Cruyff in cui Laudrup faceva il centravanti”. Di quando allenava i blaugrana dice: “Oltre a Messi c’erano tanti calciatori con grande mentalità. Erano animali competitivi: giocavano le finali come un’amichevole, avevano consapevolezza che ce l’avrebbero fatta. Erano tutti molto forti, la mentalità di Puyol, Abidal, Dani Alves... Mamma mia come andava! Poi erano amici e tutti conoscevano i ruoli. Tutti sapevano che Messi era il più forte, lo accettavano e chi non giocava sapeva che non poteva farlo perché gli altri erano più forti”.

La Premier League vinta con il City

Il discorso poi si sposta all’attualità, con la vittoria della Premier League da parte del suo Manchester City: “Credo che tutte le Premier vinte siano bellissime e difficili. Questa, per il mondo che viviamo adesso, è stata molto speciale. Viviamo sempre in lockdown, tanti amici sono mancati per il Covid, nessuno fa la stessa vita di prima. Forse è perché la mia squadra si diverte tanto e quindi la vive meglio”.

Cruyff ispiratore di Guardiola

L'ispiratore del suo calcio è uno soltanto: “E’ iniziato tutto da Johan Cruyff. Spiegava come attaccare e come pressare gli avversari. Abbiamo vinto due Coppe dei Campioni con otto giocatori provenienti dall’accademia. Tutte le squadre giovanili del Barcellona giocano nella stessa maniera e così, arrivati in prima squadra, giocare in un certo modo e come prendere un caffè. Johan forse aveva un metodo più aggressivo senza palla forse, rispetto a me. Lui mi ha aperto gli occhi”. Delle difficoltà nel Bayern e al Manchester City dice: “Ne ho avute tantissime. In Germania, con Lewandowski e Müller, ho dovuto cambiare modo di giocare facendo i cross. Ci sono alcuni principi irrinunciabili. Quando verrò in Italia farò lo stesso”. Dei suoi incontri con i tecnici argentini Menotti e Bielsa, anni fa, prima di intraprendere la carriera da tecnico, racconta: “Sono stati entrambi gentili. Sono stato 11 ore con Marcelo Bielsa; mi ha raccontato tutti i segreti del calcio. Il suo modo di giocare è unico. Marcelo è un regalo per il calcio, produce soltanto cose buone, anche quando perde accetta la sconfitta”.

Guardiola con Mazzone e Capello

Dei tempi della Roma, da calciatore, ricorda: "E’ stato divertente avere Cassano negli spogliato. Diciamoci la verità: eravamo sempre in panchina... io, te (rivolto a Cassano, n.d.r.) e Batistuta. Purtroppo sono arrivato alla Roma quando non ero in una buona condizione. Capello? Gli voglio bene, ma la sua strategia a quell'epoca era 'palla avanti, palla avanti”. Poi parla anche dell'esperienza al Brescia: “Ricordo Mazzone, che è come un papà per me, il primo giorno che sono arrivato a Brescia, mi disse ‘Pep, io non ti volevo perché ho acquistato Giunti e devo vedere come giocare’. Poi c’è stata la vicenda doping ed è stato come un padre per me. E’ stato un peccato perché in quel Brescia c’erano calciatori come Matuzalem, Baggio, Toni. Baggio era intelligentissimo, sempre al posto giusto, bravo sulle punizioni. E poi sapete benissimo che è una bravissima persona. Sono stato fortunato a giocare due anni con lui”. Prima dei saluti non manca una battuta, fatta con il sorriso, sulla finale di Champions League del 29 maggio, contro il Chelsea: "E' un'amichevole? Noi al City non siamo tanto abituati a giocare queste amichevoli...".

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