Di giorno in giorno, di ora in ora, di minuto in minuto, la situazione afgana diventa sempre più tragica e la presa di potere dei talebani terroristi islamici ha già stravolto anche lo sport. Zaki Anwari, 19 anni, talento della nazionale juniores, è precipitato nel vuoto dal carrello del C-17 americano al quale si era aggrappato nel tentativo di fuggire. Nell’ultimo post lasciato su Facebook, aveva scritto: «Tu sei il pittore della tua vita. Non dare il pennello a nessun altro». Zakia Khudadadi, designata per le Paralimpiadi di Tokyo è intrappolata a Kabul e fortissima è la preoccupazione sulla sua sorte. Quindici calciatrici dell’Herat, campione dell’Afghanistan, sarebbero riuscite a fuggire in Iran; di altre sette non si hanno notizie. Massimo Ferrero, presi- dente della Samp, ha comunicato all’ong fiorentina Cospe, che segue le vicende dell’Herat, di essere pronto ad accogliere una giocatrice della squadra. «Cancellate le vostre foto dai social, bruciate le maglie«, ha scritto Khalida Popal, ex capitana della nazionale afgana di calcio, in esilio a Londra, lanciando un drammatico invito a tutte le giocatrici sue connazionali, circa mille, secondo gli ultimi dati. Pangea Onlus, l’associazione che dal 2003 opera in Afghanistan nei progetti a favore dei diritti delle donne, continua a lanciare appelli perché il maggior numero di esse possa essere evacuato da Kabul, essendo minacciate di morte dai talebani. Per tutto questo e per quanto di dannatamente tremendo le cronache afghane continueranno a riservarci, Tuttosport chiede alla Federcalcio un intervento concreto per le atlete afgane, nei modi e nelle forme consentiti dall’emergenza. Conoscendo la profonda sensibilità di Gabriele Gravina e l’impegno umanitario della Federcalcio campione d’Europa, siamo certi che questo appello non cadrà nel vuoto.