Dagli spalti insulti razzisti, il capitano ritira la squadra

In prima categoria trevigiana alcuni spettatori hanno preso di mira un giocatore di colore: i calciatori per protesta hanno lasciato il campo di gioco
Dagli spalti insulti razzisti, il capitano ritira la squadra

CISON DI VALMARINO (Treviso) - Durante il match del campionato di prima categoria fra il Cison di Valmarino e il San Michele Salsa di Vittorio Veneto alcuni spettatori si sono lasciati andare ad insulti razzisti nei confronti di un giocatore di colore. I compagni di squadra, trascinati dal capitano, hanno deciso così di abbandonare il campo e causare l'interruzione della gara. Lo riferisce "Il Gazzettino". 

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Insulti razzisti dagli spalti, i giocatori lasciano il campo

L'episodio è avvenuto al 25' del primo tempo, quando dalle tribune si è sentito un chiaro epiteto razzista nei confronti del giocatore della squadra ospite, Ouseynou DeidhiouIl capitano del San Michele, Miki Sansoni, ha dato dell'"ignorante" allo spettatore, venendo espulso dall'arbitro. A questo punto il capitano ha fatto uscire dal campo i compagni e la partita è stata sospesa. La decisione ha ricevuto il plauso sia dell'allenatore avversario che del dirigente del San Michele,  ex amministratore della Lega: "I ragazzi in campo - ha dichiarato - sono persone adulte, libere, intelligenti e mature. Ci assumeremo tutte le responsabilità, qualsiasi sia la decisione del Giudice sportivo, coscienti del fatto che è stato compiuto un atto giusto".

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Dg San Michele: "Scelta condivisa per la dimensione morale"

"Per il 99% dei casi se si abbandona una partita la gara è persa, ma vediamo cosa dirà il giudice sportivo sulla base della relazione dell'arbitro, con allegati i verbali firmati dai capitani delle due squadre". Lo ha detto oggi Sergio Faraon, direttore generale della società sportiva San Michele Salsa: "Aspettiamo - aggiunge Faraon - di vedere l'esito della decisione. Sotto il profilo sportivo lasciare la gara è un errore, ma per la dimensione morale del gesto non posso che condividere in pieno la scelta del mio capitano. Abbiamo assistito a un chiarissimo atto di razzismo, un insulto urlato in un momento in cui nello stadio c'era silenzio generale. Con i colleghi della Cisonese siamo amici da sempre e anche loro mi hanno espresso tutto il loro dispiacere per quanto accaduto". Il giocatore bersaglio dell'attacco verbale è di nazionalità italiana, ha 24 anni, parla perfettamente il dialetto locale ed è impiegato come posatore di cartongesso in un'azienda del circondario. Lo spettatore che ha pronunciato la frase, secondo quanto si è appreso, sarebbe il padre di uno dei calciatori della squadra ospitante. Faraon, da 44 anni dirigente sportivo, ex assessore allo sport, tesserato della Lega e fiduciario del Coni, aggiunge anche di non aver mai registrato in precedenza episodi analoghi contro il calciatore di colore del San Michele Salsa, dove milita ormai da tre anni. "Quello dei giocatori figli di immigrati è un tema ormai ampiamente superato nel mondo sportivo - aggiunge - dato che in ogni squadra oggi è normale trovare tre o quattro ragazzi di famiglie straniere. In una formazione juniores di Conegliano - conclude Faraon - lo scorso anno gli iscritti di colore erano nove su undici".

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