Clamoroso: 12 nazioni pronte a lasciare la FIFA contro il Mondiale ogni due anni

Ci sono dodici federazioni nazionali che, d'accordo con l'Uefa, sarebbero pronte a lasciare la Fifa se dovesse passare il progetto del Mondiale biennale proposto da Infantino. La minaccia trapela dalle riunioni di queste settimane
Clamoroso: 12 nazioni pronte a lasciare la FIFA contro il Mondiale ogni due anni© Getty Images

TORINO - Se si volesse giocare con le notizie si potrebbe dire che adesso Aleksander Ceferin si sta facendo la sua Super League di nazionali. Restando seri bisogna prestare molta attenzione all'indiscrezione pubblicata dalla Associated Press, secondo la quale ci sarebbero una dozzina (o forse più) di federazioni nazionali pronte ad abbandonare la Fifa, come gesto estremo contro il Mondiale ogni due anni. E questo in accordo con la Uefa, il cui presidente Ceferin si è sempre schierato in modo netto contro la proposta Fifa di raddoppio del Mondiale.

LE CHIAMATE DI INFANTINO - Nelle ultime settimane Gianni Infantino, il presidente dell'Uefa, ha tenuto delle conference call informali con molte delle 55 federazioni europee e, insieme ad Arsene Wenger, responsabile tecnico della riforma del Mondiale. Ma ha incontrato ancora molta resistenza. E i primi sentori di una minaccia di scissione sono arrivati dalle cosiddette federazioni nordiche con uno scorbutico comunicato: «Se la maggioranza nella Fifa decidesse di approvare la proposta di una Coppa del Mondo biennale, le federazioni del Nord dovranno considerare ulteriori azioni e scenari the siano più vicini ai nostro fondamentali valori di quanto lo sia la proposta della Fifa». Firmato Danimarca, Svezia, Norvegia, Finlandia, Islanda e Isole Faroe. Insomma non esattamente delle potenze che possono far tremare la Fifa.


CHI SCAPPA DALLA FIFA - Ma alle sei nazioni nordiche sembrano essersene unite altre e, secondo quanto riporta la Associated Press che cita due fonti confidenziali interne alla Uefa, hanno avvisato proprio l'Uefa della loro intenzione di lasciare la Fifa di fronte all'inevitabilità del passaggio al Mondiale ogni due anni. Non è chiaro se la Uefa sia d'accordo o approvi la minaccia, ma di certo disapprova il progetto di Infantino e, quindi, nel dibattito politico che sta infiammando il calcio può sfruttare questa posizione piuttosto estrema. Soprattutto se, nelle dodici fuggitive ci fossero federazioni più pesanti di quelle nordiche, come Inghilterra, Spagna, Francia, Germania e Italia. In linea di massima, da parte delle grandi federazioni europee c'è scetticismo intorno al progetto di Infantino, ma bisogna capire se questo può trasformarsi in un gesto estremo come abbandonare la Fifa.


E COME FANNO? - Perché, per intendersi, non è neanche chiaro cosa possa accadere se una Federazione abbandonasse la Fifa, non essendoci alcun precedente. Potrebbe accadere come nella boxe? Con più titoli mondiali contemporaneamente? O le federazioni scissioniste si limiterebbero a creare una loro "lega" creando un torneo? La minaccia, sotto questo profilo, è piuttosto inconsistente. Anche perché non tiene conto del volere dei giocatori che rischierebbero di non disputare più il Mondiale, aspirazione massima per ognuno di loro. La Fifa potrebbe raccoglierli in qualche modo? Magari contenendo loro di fondare nel loro Paese una federazione alternativa? E in tutto questo resta il fatto che i protagonisti, cioè i calciatori, li pagano i club.

E ADESSO? - Quindi, cosa succederà? Infantino sta portando avanti il suo progetto (che si unisce a un profonda riforma del calendario internazionale) cercando di mettere tutti d'accordo. Non vuole, insomma, imporlo dall'alto di una maggioranza schiacciante in una assemblea generale. Su 211 federazioni affiliate alla Fifa, sembra che siano circa 180 quelle favorevoli al Mondiale ogni due anni. E così avete capito perché Infantino non sembra particolarmente nervoso. Anche se pure il Cio si dice «preoccupato». Effettivamente il Mondiale ogni due anni potrebbe assorbire attenzione, sponsor e risorse da altre manifestazioni globali, a partire dalle Olimpiadi. Ma la Fifa tira dritto.

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