La Serie A torna a 5mila tifosi, Bassetti: "Un errore"

Il direttore della clinica di malattie infettive del policlinico San Martino di Genova: "Decisione cervallotica". Poi sul modello inglese e l'obbligo vaccinale per i calciatori
La Serie A torna a 5mila tifosi, Bassetti: "Un errore"© Alessandro Falzone/Agenzia Aldo Liverani sas

"La riduzione a 5000 spettatori negli stadi, senza valutarne la capienza, è stato un errore, difficile da digerire per chi si è vaccinato e si è fatto un abbonamento per seguire la sua squadra del cuore. Si colpisce come sempre il calcio senza una logica, gli stadi sono luoghi sicuri se si applicano le solite regole, mi sembra un atteggiamento cervellotico in questa fase della pandemia". Così Matteo Bassetti, direttore della clinica di malattie infettive del policlinico San Martino di Genova, ai microfoni di Radio Anch'io Sport su Rai Radio 1 ha commentato la decisione della Lega Serie A di riportare a 5mila tifosi la capienza massima degli stadi in occasione delle prossime due partite di campionato - 22ª e 23ª giornata -.

Bassetti e il modello da seguire

"Perché gli inglesi hanno gli stadi pieni e i tedeschi no? Gli inglesi hanno scelto una strategia pragmatica, con un atteggiamento diverso sin dall'inizio - continua Bassetti -, anche perché dopo due settimane di proibizione, alla terza c'è la rivoluzione, a differenza di quanto accade da noi o in Germania. È giusto tendere all'atteggiamento britannico, una via di mezzo che poteva essere quella italiana, ma la pancia ha prevalso sulla testa. Sarei rimasto a come eravamo"

Bassetti sicuro: "Il calcio è un settore che dovrebbe avere la vaccinazione obbligatoria"

L'allenatore della Lazio, Maurizio Sarri, recentemente ha ammesso che, con un così alto tasso di vaccinati, i giocatori con la febbre dovrebbero stare a casa e gli altri no: "Sarri ha colto nel segno. Nel gennaio del 2021 dissi che i calciatori dovevano essere vaccinati tra i primi per dare un esempio e perché a rischio. Il calcio è un settore che dovrebbe avere la vaccinazione obbligatoria, per cui se si hanno dei sintomi si sta a casa, ma senza evitiamo di fare milioni di tamponi. Usciamo da questa logica persecutoria dei tamponi che rischia di portare al blocco dei campionati e di tutta l'Italia".

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