© EPAPremesse fondamentali: gli atleti e i tifosi russi non c’entrano con la criminale aggressione putiniana all’Ucraina e lo sport non fa politica, ma chiede a gran voce la pace, per citare il messaggio letto negli stadi italiani su iniziativa della Figc. Proprio per questo, non è più tempo di sole parole. Ha detto Cezary Kulesza, presidente della federcalcio polacca: «Basta chiacchiere, è ora di agire. Non giocare il 24 marzo a Mosca contro la Russia nei playoff mondiali è l’unica decisione corretta». Anche Szczesny, Lewandowski e Glik hanno parlato chiaro, così come la Svezia allineata ai polacchi, in attesa che pure l’altra nazionale coinvolta, la Repubbica Ceca, si svegli, rispondendo all’appello del suo Pallone d’Oro Pavel Nedved. Cio, Coni, Uefa, pallacanestro, F1, sport invernali, tennis, tiro a volo, volley, scherma: in queste ore, lo sport sta isolando la Russia. Ora tocca alla Fifa, cui aderiscono 211 Paesi, 18 più dell’Onu. Quando i carri armati russi sono entrati in Ucraina, Gianni Infantino ha condannato l’invasione, a margine del consiglio Fifa che ha sospeso Kenya e Zimbabwe, «per interferenze della politica nelle decisioni sportive», ma ha preso tempo sulle sanzioni alla Russia. «Il primo match si giocherà il 24 marzo: speriamo che la situazione sia risolta molto prima di quella data». Coraggio Infantino, anche se il coraggio è l’opposto della fifa. Faccia qualcosa di ucraino: altro che playoff, fuori la Russia dai mondiali.
