Fifa e Uefa finalmente dalla parte degli ucraini

Le due federazioni hanno deciso di escludere la Russia e i club russi da tutte le competizioni
Fifa e Uefa finalmente dalla parte degli ucraini

Chissà se Gianni Infantino, impegnato com’era a fare l’equilibrista sulla questione Russia fuori dai mondiali, avrà avuto il tempo di cliccare un video registrato al Cairo, teatro di una tappa della Coppa del Mondo di scherma. Ritrae i fiorettisti ucraini che, con tutta la dignità e l’orgoglio del loro popolo, di fronte agli avversari russi, comunicano alla giuria che non li affronteranno. Dicono: “Fermate la Russia! Fermate la guerra! Salvate l’Ucraina! Salvate l’Europa!”. Escono fra gli applausi del pubblico. Per la cronaca, dal 2008 il presidente della scherma mondiale è l’oligarca russo Ališer Burchanovi? Usmanov, 68 anni, grande amico di Putin. Se Infantino avrà visto i fiorettisti ucraini, avrà avuto la prova provata di quanto la reattività di alcune istituzioni sportive internazionali di fronte alla criminale invasione russa dell’Ucraina avesse assunto ritmi bradipeschi. Per fortuna, a spezzarli ci hanno pensato gli atleti e i tifosi. Tre giorni fa, sulla sua prima pagina, in beata solitudine Tuttosport aveva chiesto alla Fifa: fuori la Russia dai mondiali. Premettendo che né i giocatori della Nazionale di Putin né i loro sostenitori c’entrano nella maniera più assoluta. Pagano per colpe non loro: lo sport non fa politica, ma vuole la pace. E mai, come in questo momento, lo sport può e deve lanciare segnali concreti agli ucraini in lotta per la libertà. Domenica, la Fifa, nomen omen, non ha avuto il coraggio di punire Putin, come hanno fatto la federjudo internazionale, revocandogli lo status di presidente onorario e il Cio, togliendogli l’ordine olimpico. Partorendo misure che inorgoglirebbero Ponzio Pilato, l’organizzazione di Infantino aveva stabilito che la Russia andasse in campo come Football Union of Russia, in campo neutro e senza pubblico, senza inno, senza bandiera. Il trionfo del cerchiobottismo. Al che, Polonia, Svezia e Repubblica Ceca hanno mandato al diavolo la Fifa, ribadendo che non disputeranno mai i playoff mondiali con i russi. Mentre Szczesny ha fatto un’uscita da fuoriclasse: “Se dobbiamo perderla a tavolino, la perdiamo a testa alta, sapendo che abbiamo fatto la cosa giusta e speriamo che la gente (cioè la Fifa, ndr) faccia le scelte giuste che deve fare: la partita non si gioca e la Russia non giocherà il Mondiale. Ogni Nazionale dovrebbe seguirci e vediamo se la Fifa ha le palle di dare il Mondiale a tavolino alla Russia”. Ventiquattro ore dopo, Infantino ha evitato la dimostrazione di virilità. Come l’Uefa, che pensava di avere fatto chissà che spostando la finale di Champions da San Pietroburgo a Parigi. Ieri sera, la Fifa ha bandito la Russia dal mondiale; l’Uefa ha sospeso le squadre russe dalle coppe e ha interrotto ogni rapporto con Gazprom, il suo sponsor più ricco. Finalmente, hanno fatto qualcosa di ucraino.

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