Superlega, c'è la guerra ma riciccia il Superfiasco

Superlega, c'è la guerra ma riciccia il Superfiasco© Marco Canoniero

Con rispetto parlando, la domanda è: ci sono o ci fanno? C’è la guerra in Ucraina, il calcio e tutto lo sport concentrano gli sforzi nell’isolare la Russia per sostenere la nazione che la Russia ha barbaramente aggredito, seminando morte e devastazione, massacrando i civili e costringendo a fuggire già un milione di persone. Eppure, ecco che a Londra riciccia il fiasco Superlega. Poco Super e molto Slega: i fondatori si sono ridotti da dodici a tre, sebbene Agnelli sostenga siano rimasti in undici, «vincolati da un contratto di 120 pagine». Può essere, in attesa di sapere se davvero si ritengano ancora vincolati i nove club che hanno battuto in ritirata (Inter, Milan, United, City, Liverpool, Chelsea, Tottenham, Arsenal, Atletico Madrid). Allo stato, ufficialmente solo Juve, Barcellona e Real Madrid si aggrappano alla Corte di Giustizia europea. Premesso che Tebas poteva e doveva risparmiarsi lo sconcertante accostamento con Putin («Agnelli e Florentino Perez mentono come lui»).

Aggiunto che Ceferin poteva e doveva risparmiarsi di fargli un’urticante eco («Agnelli è il Putin del calcio»), due considerazioni s’impongono. Primo: la Superlega venne alla luce in una notte dell’aprile 2021, in piena pandemia e si sfasciò nelle quarantotto ore successive, sotto il peso della rivolta dei tifosi e di alcuni leader europei (Johnson, Macron, Draghi). Punto secondo: sempre con rispetto parlando, come può Agnelli affermare: «La Superlega non è stata un fallimento»? Eh? Per carità di patria, ricordiamo soltanto alcune delle sentite scuse porte ai fan dai repentini ex membri dell’abortito club dei ricconi o presunti tali, accessibile solo a inviti. «La proprietà e la dirigenza hanno capito che coinvolgere la società in un tale progetto è stata una decisione che non avrebbero dovuto assumere e di cui si pentono profondamente» (comunicato ufficiale del Chelsea). «Voglio chiedere scusa a tutti i tifosi del Liverpool per il disagio che ho causato nelle passate 48 ore. Non c’è bisogno di dire che il progetto messo su non sarebbe mai rimasto in piedi senza il loro sostegno. Nelle ultime 48 ore è stato molto chiaro che non ci sarebbe stato il supporto dei nostri tifosi e vi abbiamo ascoltato. Voglio scusarmi anche con Klopp, con i giocatori, con tutti coloro che lavorano duro al Liverpool per rendere orgogliosi i nostri tifosi» (dichiarazione ufficiale di John W. Henry, proprietario del Liverpool). «Abbiamo fatto uno sbaglio e chiediamo scusa per questo» (comunicato ufficiale dell’Arsenal). «L’insegnamento che dobbiamo trarre da questa vicenda è che non si possono superare certi limiti, come quello della sacralità della meritocrazia. Non sapevo nulla, ma questo non mi impedisce di chiedere scusa ai tifosi del Milan» (dichiarazione ufficiale di Paolo Maldini, direttore tecnico del Milan). «Il calcio ha un disperato bisogno di riforme», Agnelli dixit. E su questo siamo d’accordo. Di certo, non della Superlega. La meritocrazia è sacra.

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