Nainggolan: "Italia fuori dai Mondiali? Se non segni la prendi in c**o"

L'ex calciatore di Cagliari, Roma e Inter ha parlato in una lunga intervista su Fanpage: "Lo Scudetto lo vince l'Inter, Lukaku doveva rimanere"
Nainggolan: "Italia fuori dai Mondiali? Se non segni la prendi in c**o"© Inter via Getty Images

TORINO - Si è rilanciato ad Anversa, la città dove è nato. Radja Nainggolan però si sente un italiano d'adozione, è qui che è cresciuto ed è diventato uomo. Ecco perché l'ex giocatore di Roma, Cagliari e Inter ha commentato, come sempre senza peli sulla lingua, l'eliminazione dell'Italia dai prossimi Mondiali: "All’Europeo - ha detto in un'intervista a Fanpage - è stata la squadra che ha voluto vincere più delle altre. Chiellini ha trasmesso la sua mentalità vincente a tutti. Poi, quando pensi di essere sicuro di passare contro una squadra piccola come la Macedonia… te la prendi in c**o. La Macedonia si è difesa tutta la partita e poi tirano una volta e fanno gol. Hai voglia a dire che hai fatto trenta tiri in porta, con le statistiche non ci fai un ca**o. Devi far gol". 

Il Belgio e la vita privata

Nemmeno lui, salvo clamorosi colpi di scena, si giocherà il Mondiale con il Belgio. Ma nel suo caso la situazione è diversa, si tratta di una scelta, stabilita già 4 anni fa: "È stato l’attuale tecnico Robert Martinez a farmi capire che non ci fosse posto per me. E con una scusa assolutamente fuori luogo. Venne a trovarmi dopo la fine della stagione 2017-18, prima dei Mondiali, per dirmi che non mi poteva far giocare come giocavo nella Roma, a ridosso delle punte. Ma io avrei giocato ovunque, o sarei andato anche in panchina, perché onestamente un posto tra i 26 convocati al mondiale lo meritavo. Per questo poi ho deciso di smettere". La realtà è che il belga ha pagato i suoi atteggiamenti extra-campo: "Per quanto riguarda alcuni video si tratta di ca**ate di percorso. Gli sfottò tra le tifoserie ci stanno, così come le provocazioni. Magari il video di capodanno è stato un errore banale, ma ero a casa mia. Se sto a casa non va bene, se sto in discoteca non va bene… Quindi non si può fare niente? Però giustamente ho sbagliato a dire certe cose, ma ho pagato per quanto fatto e vado avanti".

Dalla Roma all'Inter

Riguardo il suo passato in Italia, l'esperienza alla Roma è stata certamente la più importante per quanto riguarda il rendimento: "A Roma c’è stata la luce più splendente della mia carriera. È lì che ho sentito le emozioni più forti. A livello umano è stato pesante andar via perché ero molto affezionato alla piazza. Nella vita vanno fatte delle scelte, anche se col senno di poi penso sia stata la scelta sbagliata perché avevo costruito un gran rapporto con Roma. All’Inter è iniziata bene ma finita male, ma non sono uno che racconta ca**ate, e se in quel momento mi andava di dire qualcosa l’ho detto perché intendevo farlo". Diverso il discorso all'Inter, dove con Conte è stato messo ai margini: "Con Conte non ho avuto alcun problema. Ho lavorato cercando di ricavarmi il mio spazio e lui ha fatto altre scelte, che rispetto. È facile dire ‘Non gioco, l’allenatore non è bravo’. Per me Conte è un allenatore importante, e non per niente ha riportato lo Scudetto a Milano. Io poi ho fatto una scelta tornando a Cagliari, dove mi sono sempre sentito a casa. E dopo il mio ritorno alla fine del girone d’andata eravamo terzi, anche se poi non abbiamo retto".

Sullo Scudetto e Lukaku

In riferimento alla corsa Scudetto attuale, secondo lui è proprio l'Inter la favorita: "Penso che vincerà quella che ha la pressione di farlo, ossia l’Inter. È la squadra più completa e con la rosa più lunga". E dove a suo giudizio sarebbe dovuto restare il connazionale Romelu Lukaku: "Io gliel’ho sempre detto. Per me all’Inter era l’attaccante più forte al mondo perché c’erano un sistema di gioco, un allenatore e una squadra fatti per lui. Il suo sogno era di sfondare al Chelsea, è la terza volta che ci va e ha fatto la stessa fine. Io penso che se fosse rimasto all’Inter poteva essere il miglior attaccante al mondo per 4-5 anni ancora. E glielo dico ancora perché è quello che penso".

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