Il flop di Ramsey, perfidia di rigore

Il flop di Ramsey, perfidia di rigore© Getty Images

La perfidia dei social non si concede mai un giorno di riposo: ci voleva uno juventino in prestito per perdere un’altra finale europea. Tradotto: Ramsey e il rigore sbagliato contro l’Eintracht di Francoforte. Un segno del destino per l’ex principe di Galles finito nella nebbia prima a Torino e poi a Glasgow, non pervenuto per le prestazioni in campo ma soltanto per il salario alto, pagato a metà tra Juventus e Rangers per un calciatore che, nel periodo dell’Arsenal, aveva dimostrato classe, stile, eleganza, personalità. La barzelletta del parametro zero che affligge molti club e la Juventus fra queste, maschera i costi effettivi: 7 milioni netti all’anno per un totale di 49 presenze e 5 gol in tre stagioni a Torino e il resto di niente, 7 presenze e 2 gol con la divisa dei protestanti scozzesi di Glasgow.

Non c’è spiegazione, sarà il segno del destino, sarà la sfortuna ma Ramsey rappresenta un caso tipico dei questo football che crea fenomeni e poi gli stessi si smarriscono tra privilegi e stipendi fuori misura. Nessuno ha mai messo in dubbio le qualità del gallese ma il suo comportamento, soprattutto nell’ultimo anno, a Torino ha provocato seri problemi di gestione e anche alcuni contrasti pesanti con la dirigenza. Ramsey aveva pure dichiarato di non godere della massima fiducia, cosa che invece aveva ritrovato in Scozia. Controllando i numeri non sembrerebbe, anzi, e anche la partita di Siviglia è sembrata l’ultima sentenza: entrato al minuto 117 della finale, con l’intento di essere il rigorista prescelto, è stato lui a condannare la squadra allenata da Giovanni van Bronckhorst e offrire la gloria ai tedeschi. È strana anche l’avventura di un altro gallese, Gareth Bale: pur giocando nel Real Madrid, non ha partecipato né sul campo né dopo alla grande festa, dopo la vittoria sul Manchester City, per la qualificazione alla finale di Champions League. Non resta che confidare nell’unico, vero ed esclusivo principe del Galles, Carlo d’Inghilterra, futuro re.

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