Capello: “Al Var serve chi capisce di calcio". Ancelotti: "Va migliorato"

I due tecnici e il ct Mancini sono intervenuti al forum 'Il Calcio che l'Italia si merita' organizzato dal Corriere dello Sport: tra i temi discussi anche l'utilizzo della nuova tecnologia
Capello: “Al Var serve chi capisce di calcio". Ancelotti: "Va migliorato"

ROMA - Fabio Capello, intervenuto al forum “Il calcio che l’Italia si meritaorganizzato dal Corriere dello Sport, esprime il suo parere in merito al versante industriale del calcio e sottolinea l'importanza del settore giovanile come viatico per il raggiungimento di risultati di prestigio a livello internazionale: "Il calcio a livello industriale, penso che oggi bisogna avere una visione internazionale delle cose. Cercare di trovare il meglio dove oggi stanno ottenendo risultati. Ma soprattutto avere grande attenzione alla fase sportiva. Parlo di campo, parlo di calcio". Secondo l'analisi di Capello, i risultati sportivi arrivano solo dopo aver fatto "un lavoro molto grande e in profondità, quindi settore giovanile. Insieme a una dirigenza che abbia una visione internazionale e con idee innovative. Secondo me siamo arretrati sotto questo aspetto. Il campionato italiano, ognuno guarda al suo orticello, e non hanno un'idea di insieme su dove andare. Prendiamo la parte positiva delle critiche".

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Capello sui settori giovanili e il Var

Capello lancia inoltre una critica sulla gestione dei settori giovanili: "Un allenatore ha detto che i miglioramenti si hanno tra i 4 e i 7 anni. Ma di che parliamo? Fino a 10 anni il divertimento deve essere l'unica cosa, tutti devono giocare e partecipare. Non si può fare la tattica. Questo che manca nel settore giovanile italiano e che non vedo. Se qualcuno non ha una visione futura i debiti mangeranno le società". Capello fa anche una disamina sul Var: "Tempo effettivo è fondamentale, tutti devono giocare gli stessi minuti in tutti i campionati. Da noi come sbagliano i giovani vengono subito bocciati ed è una cosa pazzesca. Il Var, per me deve intervenire raramente, solo quando fa un errore grave l'arbitro e metterei accanto qualcuno che ha giocato a calcio e conosca cosa voglia dire un contrasto. Secondo me in Italia arbitrano con molta paura di commettere errori e fischiano tantissimo".

Il parere di Ancelotti e Gravina

Al forum, con un intervento registrato da Madrid, ha partecipato anche Carlo Ancelotti dando il suo parere sulla crisi del calcio italiano: "Da dove ripartire il calcio italiano? Deve cercare un miglioramento dello spettacolo che propone. Secondo me oggi non è molto attrattivo per tante ragioni. C'è l'aspetto tecnico, perché in questo momento mancano figure di riferimento, generazione di calciatori che dopo il 2006 ha avuto difficoltà a esprimersi e trovare nuovi talenti". L'allenatore del Real Madrid ricorda che "la qualità individuale dei giocatori italiani in questo momento non è come era 15 anni fa. Il problema è che in questo momento i calciatori italiani, soprattutto quelli giovani, fanno fatica a trovare spazio nelle squadre di massima categoria. C'è la tendenza, soprattutto con il decreto crescita, di avvantaggiare i giocatori stranieri. Nel 2019 c'è stata una finale degli Europei Under 19 tra Italia e Portogallo, vinta dai lusitani dove tutti giocavano in campionati di primo piano. Gli italiani no. Un commento anche sul Var a chiamata, sul quale Ancelotti è lapidario: "No. Credo però che il Var vada migliorato. Non può intervenire in tutti i contatti dentro l'area di rigore, ma deve solo correggere errori grossolani. Utile, ma migliorabile. Sul tempo effettivo sono d'accordo. La prossima regola deve essere il tempo effettivo. Si arriva adesso a partire con 10 minuti di recupero. Bisogna chiarire questo aspetto qui, toglierebbero tante cose inutili, simulazioni. Ora di metterlo". Anche il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, parla del Var a chiamata sottolineando il rifiuto dell'Ifab che apre però al tempo effettivo: "Ci dicono che il Var non può limitarsi a due chiamate, deve fare tutto. Da parte dell'Ifab c'è invece apertura sul tempo effettivo, se ne discutendo. Sul challenge invece no".

Le parole di Roberto Mancini

Infine, è intervenuto anche il ct Roberto Mancini, dichiarando: "Io l'ho presa 4 anni fa l'Italia e la situazione era più o meno la stessa. Speravo venissero fuori tanti calciatori, ma la situazione è sempre uguale, perché i giovani bravi fanno fatica a giocare. Pressapoco siamo sempre gli stessi. E poi penso che gli allenatori non debbano essere esonerati alle prime sconfitte, serve più fiducia come ha fatto il Milan con Pioli, che sembrava a un passo dall'esonero e ora sta lottando per vincere lo Scudetto. In questa situazione possono mettersi nelle condizioni di far giocare anche i più giovani senza correre rischi. Poi, come è stato detto da Gravina, bisogna ricominciare a fare come tanti anni fa. I giocatori di interesse nazionale andavano a Coverciano e si facevano uno o due giorni lì per farsi conoscere. Se ci sarà data la possibilità lo faremo. Poi il calcio è fatto anche di sconfitte, ma essere scesi al 32% di giocatori italiani è veramente limitativo per tutte le nazionali. Abbiamo sempre avuto grandissimi giocatori, anche eccessivi a volte, tanto che alcuni restavano fuori dai convocati. Adesso siamo a un limite bassissimo e dobbiamo fare assolutamente qualcosa. Se dovessi chiedere una cosa quale chiederei? Di avere più possibilità di conoscere i ragazzi e fare degli stage. Nel momento in cui chiamo un ragazzo giovane, di qualità, magari non pronto, che si allena in Nazionale A, questo lo aiuta. Come è successo con Zaniolo, sembrava un bambino la prima volta che è arrivato, dopo un paio di mesi era cambiato tutto. E poi chiedo che venga data la possibilità di giocare a questi ragazzi. Non c'è un'altra alternativa a questo. Siamo veramenti pochi. Playoff, Var e tempo effettivo? Io credo che quando ci sono delle novità si può provare e vedere se sono cose in grado di migliorare o meno il calcio. L'Italia? Al di là della terrificante eliminazione, a volte accadono cose impensabili. Noi non meritavamo di uscire, ma dobbiamo guardare avanti per ripartire. Come abbiamo fatto 4 anni fa, lo faremo anche adesso".

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