Castañero cuore d’oro: “Se non prendo gol, doniamo a chi soffre”

La speciale clausola dell'uruguaiano è un gesto di solidarietà nei confronti di chi soffre ed è meno fortunato
Castañero cuore d’oro: “Se non prendo gol, doniamo a chi soffre”

Avete presente quei giocatori che, dopo ogni stagione positiva, bussano alle porte della società per chiedere adeguamenti di contratto o ritocchi all’ingaggio, ovviamente a salire? Ecco l’uruguaiano Santiago Andrés Mele Castañero non appartiene a questa schiera. Il portiere nato 24 anni fa a Montevideo è arrivato a gennaio nel campionato argentino, all’Unión Santa Fe che lo ha prelevato dal club uruguayo del Plaza Colonia, e, esattamente come ogni qualvolta firma un nuovo contratto, ha fatto inserire una particolarissima clausola. Mele, come già con Fénix Montevideo, Osmanlispor e Plaza Colonia, ha voluto venisse scritto nero su bianco che ogni volta in cui mantiene la porta del Tatengue imbattuta oppure para un rigore il club deve incaricarsi di una donazione o di una azione di solidarietà nei confronti di chi soffre ed è meno fortunato.

Quando difendeva la porta del Plaza Colonia, ad esempio, parò un penalty e subito si precipitò a ricordare ai dirigenti del club la clausola: la società biancoverde di Colonia del Sacramento si incaricò di regalare materiale sportivo a una squadra in cui diversi elementi erano affetti da sindrome di down. Quando il portiere è arrivato dall’altro lato del Rio de la Plata, in Argentina, ha continuato la bella tradizione: hanno iniziato a circolare sui social diverse immagini di un suo incontro con Los Búhos, club santafecino di calcio per non vedenti che rappresenta la provincia di Santa Fe a livello nazionale. Il portiere uruguaiano è stato la molla che ha fatto risvegliare la solidarietà anche in alcuni suoi compagni come Sebastián Jaurena e Leonel Bucca: il trio del Tatengue ha portato in dono ai Los Búhos palloni, attrezzatura sportiva, scarpe e maglie e si è immerso per un pomeriggio nella realtà del calcio per i non vedenti.

«Fare del bene mi riempie il cuore di gioia e felicità, mi completa, mi motiva, mi gratifica», ha dichiarato Mele. Los Buhos a Santa Fe come i Buscando Espacio, una squadra di amputati, in Uruguay. Mele è, dunque, un esempio e non solo in LatinoAmérica: decisivo in campo con le sue parate, al punto da prendere per mano l’Unión Santa Fe e condurla fino all’attuale 4° posto a -7 dall’ Atlético Tucumán capolista, e insostituibile fuori dal campo dove è diventato idolo e mica solo per i tifosi del Tatengue. E i suoi club, quelli in cui ha giocato o gioca tuttora, lo adorano: grazie a lui hanno ritrovato una valenza sociale, aspetto fondamentale del fùtbol in quelle latitudini. Far del bene fa bene.

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