Immobile, l'Italia e i gol che pesano di più. Raspadori in soccorso

L'attaccante azzurro ha spiegato perché con la Lazio segna di più. Un misto di rammarico e orgoglio
Immobile, l'Italia e i gol che pesano di più. Raspadori in soccorso© Getty Images

TORINO - Non è stata per nulla banale l’intervista che Ciro Immobile ha rilasciato a coloro che lo ascoltavano nell’aula magna del Centro Tecnico di Coveranno. Perché l’attaccante della Lazio ha sciorinato in pubblico i propri dubbi e le proprie debolezze, concessione rara in generale e addirittura rarissima in ambito calcistico dove il dubbio è considerato colpa gravissima. Invece Immobile dimostra una profonda quando affronta senza infingimenti “la” domanda. Vale a dire perché in Nazionale non segni come in Serie A: «Me lo chiedo quasi tutti i giorni. Forse perché ho meno margine di errore e voglio strafare. Fa rosicare, ho vinto 4 classifiche marcatori di Serie A e con la Nazionale ho fatto un po' meno. Mi fa male quando sento che sono l’attaccante della mancata qualificazione al Mondiale ma non quello della vittoria all’Europeo». Un misto molto umano tra orgoglio (anche legittimo, eh), rammarico riflessioni su se stesso. Riflessioni che devono esser ampliate perché, gira e rigira, Immobile resta (con Belotti che però ha segnato gol meno “pesanti” e con Barella che sfrutta i movimenti del bomber) con 8 gol all’attivo l’attaccante più prolifico della gestione Mancini.

LA GAVETTA Gli altri stanno dietro e faticano, compresi i giovani (da Scamacca a Kean a Raspadori) che devono ancora compiere una crescita completa. Anche su questo aspetto il pensiero di Immobile non è banale e riprende quello di chi (Allegri su tutti) tiene in gran corso il percorso di formazione. Quello che banalmente si riassume nel militaresco termine “gavetta”: «Io l’ho fatta, la gavetta - ha spiegato Immobile - sono partito dalla Serie C del Sorrento. Credo che i giovani debbano tornare a fare quello. Purtroppo con questa pressione che abbiamo si velocizza il percorso dei giovani e non gli si dà il tempo di esprimersi al meglio. Credo che abbiamo molti giovani bravi dobbiamo dargli tempo e modo di crescere. Nel club è più semplice, in Nazionale ci sono molte più pressioni e difficoltà, bisogna metterli nelle condizioni giuste». Venerdì, a Milano, il peso dell’attacco azzurro sarà ancora sulle sue spalle, ma stavolta potrà dividerlo con Raspadori in conseguenza del nuovo assetto tattico che sta disegnando Mancini. E chissà che una spalla si riveli un grande appoggio, prime che per altri, proprio per Immobile, il miglior attaccante italiano degli ultimi 5 anni.

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