Sheva, mito ucraino e cuore mondiale: grazie

Sheva, mito ucraino e cuore mondiale: grazie© Getty Images for Laureus

«Un mese fa sono andato a Irpin, probabilmente la città più colpita durante i primi sessanta giorni di combattimenti. L’80% delle abitazioni è stato distrutto. Abbiamo incontrato il sindaco che ci ha portato a vedere l’ospedale in macerie, le case devastate. E ci ha mostrato anche lo stadio di calcio, dove io pure, da bambino, ho giocato con le giovanili della Dinamo Kjiv, quando facevano i summer camp. L’impianto è completamente a pezzi: la tribuna e gli spogliatoi non ci sono più, il campo sintetico è pieno di buche, scavate dalle bombe. Eppure, in tutto questo, in mezzo alla devastazione, ho visto i bambini giocare a pallone e la scena mi ha impressionato molto. Ho chiesto al sindaco: come possiamo aiutarvi? Lui ha risposto: “Il regalo migliore sarebbe rifare lo stadio”. Ho replicato: perché lo stadio? E il sindaco: “La gente sta tornando e comincia a ricostruire, ha bisogno di dare ai bambini una possibilità di giocare a calcio, di fare sport”. Per questo, con Fondazione Milan vogliamo aiutare Irpin e Fondazione Milan ha fatto una cosa bellissima, legando questa iniziativa alla finale di Manchester, uno dei momenti più belli per i tifosi rossoneri e per me: ricostruiremo lo stadio insieme e, nonostante tutte le difficoltà, ce la faremo».

La voce di Andriy Mykolaiovic Shevchenko risuona chiara, ma il volto è tirato, la commozione trasparente. Quando avete un attimo di tempo, cliccate su Milan Tv e seguite l’intervista che Maurizio Ferrari ha realizzato con il Pallone d’Oro, leggenda del Milan e del calcio mondiale, ex ct dell’Ucraina, divenuto un testimonial a ogni latitudine della resistenza della sua gente alla barbara invasione russa. Dal 24 febbraio, da quando è scoppiata la guerra, Shevchenko va dovunque sia possibile promuovere iniziative di solidarietà e di sostegno a favore del suo popolo. Non poteva non toccare Casa Milan, il fantastico attaccante che nel 2003 a Manchester firmò la sesta Champions League rossonera, con quella maglia onorata per 322 volte in carriera, segnando 175 gol e vincendo anche 1 scudetto, 1 Supercoppa Uefa, 1 Supercoppa italiana, 1 Coppa Italia. A Casa Milan, Shevchenko è voluto tornare per ringraziare personalmente Fondazione Milan e i tifosi rossoneri. Nel ventennale della nascita, la Fondazione, di cui Benedetto Di Blasi e Rocco Giorgianni sono i propulsori, ha varato il programma “AC MIlan for peace”: è scattata la raccolta fondi e di beni alimentari, materiali, per l’infanzia, vestiti, medicinali da inviare in Ucraina e, sinora, sono stati 200 mila gli euro donati dalla gente milanista.

C’è di più: è stata lanciata un’asta con la maglia N.7 Special Edition Manchester 2003 for Ukraine, sormontata dalla bandiera ucraina e dalla scritta “AC Milan for peace”. Il successo è stato tale che le maglie sono andate a ruba e ora vengono ristampate per essere messe a disposizione on line. A uno a uno, Shevchenko ha salutato i fan che a centinaia si sono messi in fila per salutarlo in via Aldo Rossi, a Milano, dove si trova la modernissima sede dei Campioni d’Italia. Per il suo Paese è molto più di una leggenda calcistica: 111 presenze in Nazionale, miglior marcatore di tutti i tempi con 48 gol in maglia gialla e azzurra poi, per cinque anni ct con Tassotti suo vice, Andrea Maldera suo tattico e capace, nel 2021, di condurre la massima rappresentativa sino ai quarti di finale di un Europeo, per la prima volta nella storia. Shevchenko incarna l’orgoglio, la resilienza, il coraggio della gente di Irpin, rimasta senza parole per l’iniziativa di Fondazione Milan. Ricostruire lo stadio perché i bambini scampati agli orrori della guerra possano tornare a giocare a pallone. Sheva, questo è il gol della vita.

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