Reichart, la Superlega che non muore, l’assenza di Agnelli e l’esempio Netflix

L'amministratore delegato di A22, alla presenza dei presidenti di Real Madrid e Barcellona Perez e Laporta, ha commentato la bocciatura di Athanasios Rantos

MADRID (Spagna) - Il progetto Superlega va avanti. Il giorno dopo la bocciatura da parte dell'avvocato generale della Corte di giustizia europea, Athanasios Rantos, la A22 Sports Management riparte all'attacco. Lo fa in occasione del New Economy Forum in corso a Madrid, alla presenza anche di Florentino Perez e Joan Laporta, presidenti di Real Madrid e Barcellona, due dei tre club 'irriducibili' (l'altro è la Juve) ancora coinvolti. "Quello di ieri era un parere, la sentenza arriverà in primavera - ha esordito Bernd Reichart, amministratore delegato di A22 -. La Superlega non è morta, anzi, è più viva che mai. La missione è migliorare radicalmente le competizioni calcistiche europee, una missione tanto entusiasmante quanto necessaria. I club hanno l'ambizione di crescere in un ambiente più innovativo, cercano stabilità finanziaria e vogliono restituire entusiasmo ai tifosi". Reichart assicura di aver parlato "con più di 30 club in più di 10 Paesi e sanno che sono necessari dei cambiamenti, che non può continuare così. I club vogliono essere padroni del loro destino". Ma non solo.

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Reichart: "I giovani vogliono la Superlega"

"Un diciottenne oggi guarda 300 ore di calcio su Fifa 23 - il riferimento al videogioco - e solo 10 ore di calcio reale. Una partita di Champions League genera 10 volte più audience di una partita secondaria. Bisogna dare ai giovani quello che chiedono", ha aggiunto Reichart, sottolineando la necessità di "proporre format innovativi. In Europa il miglior calcio si vede solo dopo i quarti di finale, da aprile a maggio. Il calcio non compete più con il ciclismo o il basket, compete con Netflix o Amazon Prime. Il problema è stato la proposta di un format semi-chiuso ma ora vediamo i sondaggi e i giovani, anche in Inghilterra, appoggiano l'idea della Superlega". Con Reichart c'era anche Luis Alonso, managing partner dell'area commerciale di Clifford Chance, altra società che sostiene la Superlega: "La specificità dello sport non può essere al di sopra delle leggi sulla concorrenza perché l'Europa è costruita su di esse". Assente Andrea Agnelli, uno dei promotori della Superlega: "Avrebbe voluto essere qui ma non è riuscito a partire. Ma c'è Vincenzo Ampolo (Manager Chairman's Office alla Juventus) che è uno dei miei più stretti collaboratori in questo progetto", ha spiegato Reichart.

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