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«Che pomeriggi ho passato a giocare a pallone sui Prati di Caprara (giocavo anche sei-sette ore di seguito, ala destra, ero con gli amici, che qualche anno dopo, mi avrebbero chiamato lo “Stukas”: ricordo dolce e bieco), sono stati quelli indubbiamente i più belli della mia vita. Mi viene quasi un nodo alla gola, se ci penso». Così Pasolini si esprimeva su cosa fosse per lui il gioco del calcio. E aggiungeva: «Vogliamo
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