L’Italia s’è desta? Calma, però certi segnali…

La rinascita di Vlahovic e Chiesa, ma soprattutto la nascita di un gruppo su cui costruire

Tre squadre in Champions, due in Europa League, una in Conference: i club italiani occupano 6 posti su 24 dei quarti di finale delle coppe europee. Nessuno ha fatto meglio di noi e questo è sinceramente inspiegabile, perché trarne un indizio di grande salute del nostro del nostro movimento sarebbe un ragionamento un po’ temerario, soprattutto da parte di chi ha vinto, in qualche modo, gli Europei e poi si è fatto buttare fuori dal Mondiale perdendo con la Macedonia del Nord. Ciò detto, non va sottovalutato il segnale: forse, siamo meno peggio di quanto pensiamo e abbiamo delle idee con cui possiamo sopperire alla mancanza di soldi. Non tutto è da buttare, per esempio, in questa Juventus che, in una stagione bislacca per molte ragioni, sarebbe seconda in campionato, è ai quarti di Europa League e pure in semifinale di Coppa Italia: c’è di peggio nella vita.

Juventus in scioltezza

Certo quel girone di Champions buttato via perdendo con il Maccabi Haifa grida ancora vendetta, ma ieri la Juventus ha conquistato una qualificazione in relativa scioltezza contro la terza della Bundesliga, superando l’ennesima emergenza infortuni. E ora che si è svegliato Vlahovic e Chiesa sta ritrovando se stesso, ritorna la domanda che tormenta e tormenterà a lungo dirigenti, tifosi e allenatore juventini: cosa sarebbe stata questa stagione se Di Maria, Pogba, Vlahovic e Chiesa fossero stati disponibili con il minimo sindacale di continuità che si può chiedere a un destino meno ostile? È una domanda che non ha risposta ma apre scenari meno pessimisti per il futuro, soprattutto ora che c’è una data per il Collegio di Garanzia e l’agenda della giustizia sportiva prende corpo. Nella situazione attuale, ciò che di più prezioso ha la Juventus è il futuro: quindi per i bianconeri è fondamentale salvare la prossima stagione, ovvero lasciarla pulita da strascichi di penalizzazioni. Se non viene smontata, questa squadra ha un potenziale largamente inespresso e potrebbe restituire le soddisfazioni che non ha regalato quest’anno. Il gruppo, anche a causa delle difficoltà, è diventato un branco, trovando quella compattezza ideale per costruirci sopra qualcosa di importante.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

Si è svegliato Vlahovic

La resurrezione di Vlahovic è passata da un dischetto all’altro: il rigore sbattuto sul palo contro la Samp è stato più terapeutico di quello realizzato ieri contro il Friburgo, perché gli ha fatto capire quanto bene gli vogliono i tifosi e i compagni. Dusan è un ragazzo troppo esigente con se stesso, che si attorciglia sulle responsabilità che si autocarica sulle spalle, mentre il suo talento ha bisogno di spensieratezza e serenità. Intorno a lui si sta creando il giusto clima e ieri si è completato un processo iniziato domenica sera, con quegli abbracci e quei cori dagli spalti. I suoi gol, come quelli di Federico Chiesa, un altro che sta completando un faticoso ma determinatissimo percorso di rinascita sportiva, possono fare la differenza ora e, soprattutto, nel futuro bianconero, che senza grande attenzione mediatica sta mettendo radici in questi mesi.

Il caso Paredes

Curioso, infine, il caso Paredes. La sensazione è che, piuttosto che farlo giocare, Allegri sia disposto a risalire fino al completo esaurimento dei centrocampisti della Next Gen di Brambilla. Il che è logico, considerate le sue abuliche prestazioni. La curiosità sta nel modo in cui tutti, nessuno escluso, avevano accolto il suo arrivo alla Juventus, eccitati dallo sbarco di un nuovo Pirlo o, comunque, del tassello che avrebbe definitivamente sistemato il centrocampo bianconero, garantendo il salto di qualità. Quanto ci eravamo sbagliati! Non c’entra niente con le coppe, ma ogni tanto vale la pena recitare un umile mea culpa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Tre squadre in Champions, due in Europa League, una in Conference: i club italiani occupano 6 posti su 24 dei quarti di finale delle coppe europee. Nessuno ha fatto meglio di noi e questo è sinceramente inspiegabile, perché trarne un indizio di grande salute del nostro del nostro movimento sarebbe un ragionamento un po’ temerario, soprattutto da parte di chi ha vinto, in qualche modo, gli Europei e poi si è fatto buttare fuori dal Mondiale perdendo con la Macedonia del Nord. Ciò detto, non va sottovalutato il segnale: forse, siamo meno peggio di quanto pensiamo e abbiamo delle idee con cui possiamo sopperire alla mancanza di soldi. Non tutto è da buttare, per esempio, in questa Juventus che, in una stagione bislacca per molte ragioni, sarebbe seconda in campionato, è ai quarti di Europa League e pure in semifinale di Coppa Italia: c’è di peggio nella vita.

Juventus in scioltezza

Certo quel girone di Champions buttato via perdendo con il Maccabi Haifa grida ancora vendetta, ma ieri la Juventus ha conquistato una qualificazione in relativa scioltezza contro la terza della Bundesliga, superando l’ennesima emergenza infortuni. E ora che si è svegliato Vlahovic e Chiesa sta ritrovando se stesso, ritorna la domanda che tormenta e tormenterà a lungo dirigenti, tifosi e allenatore juventini: cosa sarebbe stata questa stagione se Di Maria, Pogba, Vlahovic e Chiesa fossero stati disponibili con il minimo sindacale di continuità che si può chiedere a un destino meno ostile? È una domanda che non ha risposta ma apre scenari meno pessimisti per il futuro, soprattutto ora che c’è una data per il Collegio di Garanzia e l’agenda della giustizia sportiva prende corpo. Nella situazione attuale, ciò che di più prezioso ha la Juventus è il futuro: quindi per i bianconeri è fondamentale salvare la prossima stagione, ovvero lasciarla pulita da strascichi di penalizzazioni. Se non viene smontata, questa squadra ha un potenziale largamente inespresso e potrebbe restituire le soddisfazioni che non ha regalato quest’anno. Il gruppo, anche a causa delle difficoltà, è diventato un branco, trovando quella compattezza ideale per costruirci sopra qualcosa di importante.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...
1
L’Italia s’è desta? Calma, però certi segnali…
2