Buffon, Cassano e la Juventus: la clamorosa rivelazione, “ci ho provato“

L'attuale portiere del Parma svela i retroscena di una vecchia trattativa tra il club bianconero e Fantantonio: tutti i dettagli
Buffon, Cassano e la Juventus: la clamorosa rivelazione, “ci ho provato“© www.imagephotoagency.it/Ansa

"Secondo me a Cassano una squadra come la Juve avrebbe fatto bene. Lo avrebbe migliorato e lo avrebbe reso un giocatore ancora più forte di quello che è stato". Intervenuto alla Bobo Tv, lo storico ex portiere bianconero Gianluigi Buffon svela i 'retroscena' di una famosa trattativa tra la Juventus e Fantantonio: era l'estate del 2005, agli albori del secondo Scudetto conquistato da Fabio Capello e poi revocato da Calciopoli e l'allora direttore generale della società torinese, negli ultimi giorni di mercato, sfiora il doppio colpo dalla Roma Cassano-Amantino Mancini.

Buffon: "Cassano alla Juve sarebbe durato"

"Abbiamo provato a portare Cassano alla Juve. Secondo me, lo conoscevo bene e gli voglio bene, pur con i limiti e le intemperanze, era un talento talmente brillante che meritava di giocare nella Juve e gli avrebbe fatto bene. Stare insieme a noi l’avrebbe migliorato e gli avrebbe fatto fare una carriera migliore. Secondo me sarebbe durato, aveva rispetto di certe persone. Di me, di Giorgio Chiellini, c’era un rapporto di stima. È un competitivo, il calcio lo ama e gli piace dare sfoggio del proprio talento. Quando iniziava a giocare partite di livello, poi capiva che valeva la pena stare zitto ogni tanto", conclude Buffon nel corso del suo intervento sulla Bobo Tv in compagnia di Vieri, Adani, Ventola e lo stesso Cassano.

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Buffon sul tacco di Ibra, la Nazionale e il ritiro

Sul gol di tacco di Ibrahimovic in un famoso Italia-Svezia agli Europei del 2004: "Stavo uscendo di pugni e mi tagliò fuori, tenne l'equilibrio, una cosa incredibile, una magia. Il prossimo Mondiale? No! Quel tipo di traguardo l'ho accantonato, la vita ti lancia dei messaggi e lì devi saperli accettare, anche se mi dispiace, lo dico col cuore in mano. Per quello che ho fatto, per come mi sono speso con tutti, il sesto Mondiale sarebbe stato un traguardo unico. Per due volte abbiamo saltato il Mondiale, ma comunque non mi hanno chiamato. Un ritorno in Nazionale? Sarebbe la cosa più sbagliata, bloccherei la crescita di un serbatoio che c'è. Ancora adesso posso fare in una stagione 15-20 partite, le posso fare ancora a grandissimi livelli, non ho dubbi su questo, me lo sento. Nel lungo, se devo pensare di ripartire, non durerei neanche 20 giorni. Tutto ha un inizio e una fine. Ritiro? Se ho entusiasmo, se credo in certi progetti, posso andare avanti di anno in anno. Nella mia idea c'è di smettere al massimo dopo la prossima stagione, non di più. Sono un competitivo, non voglio essere considerato un numero 2. Sono un insoddisfatto perenne, vado sempre al campo per migliorarmi, una cosa che mi porterà al delirio. Voglio fare quello che faccio adesso, essere felice con le persone che mi circondano. Del mondo del calcio mi piacciono tante cose, ma non il ruolo dell'allenatore. Magari mi piacerebbe fare il Direttore tecnico, il ruolo di Maldini é bello e si sono visti i risultati. Da giovane? Ero pazzerello, volevo stare al centro dell'attenzione. Ma c'era la voglia di essere speciale facendo cose virtuose, poi l'ho canalizzata solo lavorando. Sentivo le critiche che facevo nascere, ci ragionavo e non mi piaceva quello che ero. Non ero quello che sono veramente. Il migliore? Un ruolo che non mi piace, che non sento mio. Conosco bene lo sport e il calcio, in questi anni ho avuto a che fare con portieri forti. Molti non hanno avuto la mia fortuna e non possono essere stati giudicati come me. Cech era fortissimo, uno dei più forti della storia. Se fossi stato dello Zambia sarei stato lo stesso, ma non sarei stato giudicato il migliore".

Buffon sulla Juve, la B, Cannavaro e Allegri

"La Juve in B? Solo un matto sarebbe rimasto, per come ero considerato. Le mie scelte non sono mai state dettate dal voler vincere. Il Pallone d'Oro? L'ha vinto Fabio Cannavaro e l'ha meritato. Record d'imbattibilità? Quelle cose le fai se giochi in una squadra come la Juve, devo ringraziare tutti i miei compagni e i club dove ho giocato per grandi traguardi. La Juve è la squadra dove mi sono consacrato a certi livelli. Scelta migliore non potevo fare, mio padre e l’agente mi hanno portato a fare questa scelta, c’erano anche Roma e Barcellona e io stavo per andare al Barcellona. Mi è cambiato il mondo, Parma era il mio mondo di provincia, alla Juve è un’altra cosa. Le pressioni? I primi 5-6 mesi l’ho patito il modo sabaudo di concepire la vita, poi mi sono abituato e ho capito che è stata la mia fortuna. Un modo di pensare, una professionalità che non avevo prima. Adesso ci sono un po’ di difficoltà ma la Juve sta reagendo da Juve. Avrebbe motivazioni per non fornire certe sensazioni di compattezza che invece dà sempre al di là di come giochi. Mi sembra di capire che tutto il caso ha fatto sentire ai ragazzi di essere accerchiati e provare a sfidare l’ingiustizia. Io seguo le serie minori, ogni tanto la Champions, la Serie A meno. Allegri? Il mister non è uno che pratica o allena il catenaccio, è un allenatore che dà ampia libertà di interpretazione ai giocatori. Se alleno Khedira, Pirlo… posso dare un’infarinatura ma poi loro capiscono come muoversi. Da quel punto di vista si affida al giocatore ed è un modo di vedere il calcio. Un Neymar di turno vorrebbe uno così. Difensivi? È sempre stata un po’ la nostra caratteristica, quando dovevamo proporre qualcosa in più si faceva più fatica, ma quando giocavi con squadre forti noi facevamo partite splendide. È quello che è successo ieri. Dopo la partita ho sentito il mister e mi è piaciuto, è uno dei pochi che non rompe mai i cogl..., non sta mai a cercare giustificazioni, altri son sempre lì, la prima cosa che dicono è quello. Rende l’ambiente più sano", prosegue Buffon.

Buffon su Psg, Tuchel e Sarri

"Il Psg? L'esperienza più bella della mia vita, venir via l'errore più grande della mia carriera. Ho rinunciato a 10 milioni. Volevano far giocare Areola, non riuscivo ad accettarlo. Una cosa così l'avrei accettato solo con il ritorno a casa, alla Juve. E infatti così ho fatto e pure lì era dura. I miei figli ancora mi chiedono perché siamo andati via da Parigi, lì mi sentivo un uomo libero, andavo ai musei, parlavo francese. E poi il livello che c'era lì al Psg non lo vedrò mai più. Il torello che vedi lì, ci rimani. Quello che gli mancava era l'attitudine della Juve. Avevo la sensazione di essere in una squadra fortissima, la partita contro il Manchester il più grosso rimpianto della mia vita. Tra l'altro ho capito quanto è forte Verratti, prima non capivo cosa avesse di così speciale. Sarri? Io so cosa non ha funzionato e a chi di dovere l'ho detto: non ci siamo! Purtroppo a volte per difendere le proprie scelte bisogna inimicarsi qualcuno, arrivare a mettere spalle al muro qualcuno. Secondo me il mister è stato quasi subito, per come si è proposto, lasciato alla mercé dei risultati. Io con lui mi sento ancora adesso, ho un bellissimo ricordo, ho cercato di dargli una mano nel mio piccolo. Qualcosina non ha funzionato ma poteva funzionare. I più forti tecnicamente con cui ho giocato? Pirlo, Totti, Del Piero, Baggio, Cassano, Di Natale", conclude Buffon.

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"Secondo me a Cassano una squadra come la Juve avrebbe fatto bene. Lo avrebbe migliorato e lo avrebbe reso un giocatore ancora più forte di quello che è stato". Intervenuto alla Bobo Tv, lo storico ex portiere bianconero Gianluigi Buffon svela i 'retroscena' di una famosa trattativa tra la Juventus e Fantantonio: era l'estate del 2005, agli albori del secondo Scudetto conquistato da Fabio Capello e poi revocato da Calciopoli e l'allora direttore generale della società torinese, negli ultimi giorni di mercato, sfiora il doppio colpo dalla Roma Cassano-Amantino Mancini.

Buffon: "Cassano alla Juve sarebbe durato"

"Abbiamo provato a portare Cassano alla Juve. Secondo me, lo conoscevo bene e gli voglio bene, pur con i limiti e le intemperanze, era un talento talmente brillante che meritava di giocare nella Juve e gli avrebbe fatto bene. Stare insieme a noi l’avrebbe migliorato e gli avrebbe fatto fare una carriera migliore. Secondo me sarebbe durato, aveva rispetto di certe persone. Di me, di Giorgio Chiellini, c’era un rapporto di stima. È un competitivo, il calcio lo ama e gli piace dare sfoggio del proprio talento. Quando iniziava a giocare partite di livello, poi capiva che valeva la pena stare zitto ogni tanto", conclude Buffon nel corso del suo intervento sulla Bobo Tv in compagnia di Vieri, Adani, Ventola e lo stesso Cassano.

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