Il Fatto: “Droga e omicidi, che succede nelle curve ultras Inter e Milan”

Clamorosa ricostruzione del Fatto Quotidiano sulle infiltrazioni dei clan all’interno della Nord e della Sud: da Boiocchi a Lucci, tutti i nomi
Il Fatto: “Droga e omicidi, che succede nelle curve ultras Inter e Milan”© LAPRESSE

Il Meazza il palcoscenico da prendersi per dominare il tifo organizzato di Inter e Milan. A svelare i presunti retroscena della spartizione degli affari la banda del boss della droga Nazzareno Calajò, detto Nazza, nella dettagliata ricostruzione del Fatto Quotidiano. Dal tentato omicidio del tifoso rossonero Enzo Anghinelli, colpito con un proiettile in testa nel 2019 e sopravvissuto, alla morte del capo della Curva Nord Vittorio Boiocchi: due casi irrisolti ma che evidenziano come ultras e malavita si incrocino dentro e fuori le mura di San Siro. Sono le intercettazioni tra Andrea e Luca Calajò, figlio e nipote di Nazza, che trattando di vari argomenti nel 2022 portano alla luce nuovi dettagli.

Cosa succede nelle curve di Inter e Milan

“C’è da piazzarsi pure nella curva del Milan, è un bell’affare. Ce la prendiamo e basta”, così i due Calajò discutono di come andare a prendere il controllo della Curva Sud. Un settore dello stadio nel quale grazie al supporto di Giancarlo Lombardi, detto Sandokan, Nazzareno Calajò portò nel 2005 allo scioglimento della Fossa dei Leoni a favore dei Guerrieri Ultras al momento controllati da Luca Lucci, oggi ai domiciliari per droga. A spalleggiarlo, secondo quanto riporta il quotidiano, anche il capo dei Viking Juve, Loris Grancini, personaggio condannato per tentato omicidio e legato ad un noto narcos della ’ndrangheta.

A tutto questo si aggiunge il caso Boiocchi sul quale i due cugini si confrontano con un unico obiettivo, quello di ucciderlo: "Lo scanniamo. A quello lo devi uccidere, quello è pazzo, ti ammazza". I Calajò con Boiocchi, emerge dagli atti, hanno gestito gli affari delle magliette ultras e non risultano indagati nel fascicolo per l’omicidio del capo dei Boys. Così come non risultano indagati sul caso Anghinelli nonostante le parole della prima collaboratrice di giustizia dell’antimafia di Milano che ha confermato di aver sentito più volte il boss Nazzareno rimproverare il proprio sicario per non aver completato l’operazione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...