D'Amico, morto il simbolo della Lazio ed ex Toro: il calcio in lutto

La leggenda biancoceleste si è spenta a 68 anni dopo aver lottato contro un tumore
D'Amico, morto il simbolo della Lazio ed ex Toro: il calcio in lutto© ANSA

Il mondo del calcio è in lutto per la morte di Vincenzo D'Amico. Aveva 68 anni ed è stato calciatore, allenatore e dirigente sportivo. Negli ultimi anni anche commentatore tv. Nei mesi passati aveva annunicato sui social di essere un malato oncologico e ha dovuto lottare con un tumore. 

Ha scritto la storia della Lazio, vincendo anche lo scudetto nel 1974 e ha giocato anche nel Torino. La sua avventura con i granata è durata soltanto una stagione, nel 1980-1981. Nella formazione allenata da Ercole Rabitti e poi Cazzaniga ha collezionato 26 presenze e una rete in campionato, 9 gettoni e 4 gol in Coppa Italia (persa in finale contro la Roma) e 6 gare con 2 reti in Coppa UEFA. A fine stagione ha poi fatto rientro in biancoceleste.

Vincenzo D'Amico è morto, il cordoglio della Lazio

La Lazio ha voluto ricordarlo con un messaggio di cordoglio: "Il presidente Claudio Lotito e tutta la S.S. Lazio apprendono con estremo dolore e profonda commozione la notizia della scomparsa di Vincenzo D'Amico, protagonista indiscusso dello Scudetto 1973/74. Leggenda biancoceleste e coraggioso capitano nei momenti difficili della Società, Vincenzino, come tanti lo hanno sempre continuato a chiamare, ha fatto innamorare i tifosi di diverse generazioni con le sue magie in campo e il suo infinito attaccamento alla maglia. D'Amico ha giocato nella Lazio dal 1971 al 1980 e, dopo un anno al Torino, dal 1981 al 1986: mai ha fatto mancare passione, impegno e dedizione ai colori biancocelesti. Il presidente Lotito, a nome di tutto il Club, rivolge alla sua famiglia e ai suoi cari le più sincere condoglianze. Non ti dimenticheremo mai, Vincenzo!".

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I primi passi alla Lazio e lo scudetto del 1974

Da tutti era conosciuto come il Golden Boy, il ragazzo d'oro che impressionò Maestrelli, allenatore della Lazio, che lo inserì nel giro della prima squadra ancora minorenne promuovendolo dalla Primavera. Il resto è storia: 338 presenze, 51 gol e l'affetto dei tifosi. Una vera e propria bandiera, di quelle che ora raramente si vedono. La sua avventura in biancoceleste iniziò nel 1970, dopo i primi anni al Cos Latina e nelle giovanili dell'Almas Roma. Il merito del suo arrivo fu dell'osservatore Carlo Galli. Aveva un grande dribbling e una spiccata duttilità, oggi sarebbe considerato un giocatore moderno. Dopo i primi calci con le giovanili fece l'esordio con la prima squadra non ancora diciottenne contro il Modena. Poi però un brutto infortunio ai legamenti del ginocchio lo costrinse a saltare tutta la stagione successiva. Ritornò a pieno regime per il campionato 1973-1974. Conquistò il posto da titolare, supportando Giorgio Chinaglia e nel grande undici guidato dal capitano Wilson fece la differenza. Vinse lo scudetto e fu premiato come miglior giovane del campionato. Dopo una breve parentesi al Torino, per amore della Lazio accettò di ritornare nel 1981 per giocare in Serie B. Con fatica riuscì dopo due anni a riportare il club in A, ma durò poco. Nel 1986 decise di concludere la carriera alla Ternana.

D'Amico e la lotta con il tumore

Lo scorso maggio aveva avvisato della sua malattia con un post sui social, commovendo tutti: "Mi dicono che i malati oncologici tirano fuori forze inaspettate! Io ci sto provando!. Ha lottato con un tumore. L'ex dieci condivise pubblicamente le proprie condizioni di salute e il calore da parte del mondo dello sport fu immenso. Così come ora si stringono tutti intorno al dolore della famiglia di una leggenda del calcio.

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Il mondo del calcio è in lutto per la morte di Vincenzo D'Amico. Aveva 68 anni ed è stato calciatore, allenatore e dirigente sportivo. Negli ultimi anni anche commentatore tv. Nei mesi passati aveva annunicato sui social di essere un malato oncologico e ha dovuto lottare con un tumore. 

Ha scritto la storia della Lazio, vincendo anche lo scudetto nel 1974 e ha giocato anche nel Torino. La sua avventura con i granata è durata soltanto una stagione, nel 1980-1981. Nella formazione allenata da Ercole Rabitti e poi Cazzaniga ha collezionato 26 presenze e una rete in campionato, 9 gettoni e 4 gol in Coppa Italia (persa in finale contro la Roma) e 6 gare con 2 reti in Coppa UEFA. A fine stagione ha poi fatto rientro in biancoceleste.

Vincenzo D'Amico è morto, il cordoglio della Lazio

La Lazio ha voluto ricordarlo con un messaggio di cordoglio: "Il presidente Claudio Lotito e tutta la S.S. Lazio apprendono con estremo dolore e profonda commozione la notizia della scomparsa di Vincenzo D'Amico, protagonista indiscusso dello Scudetto 1973/74. Leggenda biancoceleste e coraggioso capitano nei momenti difficili della Società, Vincenzino, come tanti lo hanno sempre continuato a chiamare, ha fatto innamorare i tifosi di diverse generazioni con le sue magie in campo e il suo infinito attaccamento alla maglia. D'Amico ha giocato nella Lazio dal 1971 al 1980 e, dopo un anno al Torino, dal 1981 al 1986: mai ha fatto mancare passione, impegno e dedizione ai colori biancocelesti. Il presidente Lotito, a nome di tutto il Club, rivolge alla sua famiglia e ai suoi cari le più sincere condoglianze. Non ti dimenticheremo mai, Vincenzo!".

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