“Step on foot” assente nel regolamento Ifab
Se parliamo di regolamento, però, lo “step on foot” non esiste proprio: non è citato dall’Ifab o nel protocollo Var. È un concetto introdotto verbalmente per facilitare gli arbitri, creando una fattispecie oggettiva. Ma allora se il regolamento non codifica questo aspetto, entra in gioco la sensibilità: occorre considerare volontarietà, intensità, dinamica e funzionalità del contatto. In questo caso a mio avviso non c’è niente di falloso. Soprattutto non si configura il “chiaro ed evidente errore”: il Var Guida non sarebbe dovuto intervenire. Di fronte a un episodio come quello del Via del Mare, occorre anzitutto ricordare che l’arbitraggio non è fatto solo di bianco e nero, ma anche di molte zone grigie: in una circostanza come questa, lasciare il giudizio del campo è la soluzione migliore.
L’oggettività assoluta non esisterà mai
Tornando all’ipotetica finale Mondiale, io non avrei annullato quel gol. Innanzitutto se un arbitro decidesse di revocarlo se ne parlerebbe per anni; se invece lo si convalidasse, se ne discuterebbe comunque, ma almeno si rimarrebbe dalla parte degli amanti del calcio, dei romantici. Non dobbiamo trasformare il calcio nella playstation, l’oggettività assoluta è una chimera, non esisterà mai. Questo non vuol dire abolire il Var (come qualcuno vorrebbe fare in Premier League), bensì rimettere in primo piano il giudizio individuale, soggettivo. Qui allora subentra la qualità degli arbitri: per citare un dirigente di lungo corso dell’Aia e della Figc, Danilo Giannoccaro, in Serie A un direttore di gara deve vedere tante cifre dopo la virgola per approssimare il meglio possibile.