Serie A, proteste: contestazioni in aumento contro i big
«Proteste? La Serie A è in linea con Ifab, Premier ed Europa»: il designatore Gianluca Rocchi si è espresso così domenica sera a Open Var per quel che riguarda l’elevato numero delle ammonizioni per proteste: un dato che risulta in aumento rispetto allo scorso anno. Il confronto tiene conto solo dei gialli per contestazioni all’arbitro ed evidenzia un +12 rispetto alla dodicesima giornata della stagione 2022-2023. D’altronde si comincia a entrare nel vivo della competizione, ed effettivamente tra le squadre più sanzionate ci sono proprio le big (vedere ad esempio il Milan, col caso recentissimo di Giroud al Via del Mare di Lecce). Non soltanto: quest’anno si ammonisce molto anche per comportamento non regolamentare (perdite di tempo, palloni allontanati prima della battuta di un calcio da fermo, ecc.). Il dato di maggior rilievo è che ad ammonire per proteste o Cnr (comportamento non regolamentare) non sono solamente gli arbitri più giovani, cioè con meno esperienza, anzi: spiccano i nomi di Daniele Orsato, Davide Massa, Fabio Maresca (anche se per lui non si tratta di una novità). Sono dunque i direttori di gara più stimati, più autorevoli, quelli che per “anzianità” conoscono meglio i giocatori.
Un tale dato ci dice con chiarezza che in questo frangente del campionato (molto equilibrato sia in testa sia in coda) non è riconosciuto appieno il carisma degli arbitri più esperti. L’auspicio è che in un futuro prossimo si possa ricorrere a soluzioni meno drastiche: se i cartellini per proteste sono in aumento, non dipende soltanto da un’”imposizione dall’alto”. Servirebbe infatti più empatia tra i protagonisti in campo: giocatori, arbitri, allenatori e addetti ai lavori. A quel punto sfumerebbe la necessità di ricorrere alle sanzioni e si eviterebbero gli estremi della Premier, dove quest’anno si è scelto di estrarre cartellini al minimo cenno di disapprovazione da parte dei giocatori.