Superlega, quanti club la sognano: emerge un retroscena aspettando la sentenza

Giovedì mattina sarà l’ora della verità con il giudizio della Corte di Giustizia Europea e intanto emergono nuovi dettagli. Ecco le parole di Reichart

Domani mattina alle 9.30 sapremo tutto. Sta per scoccare l’ora della verità sul calcio europeo, in un clima irrealmente calmo, il mondo del pallone attende quella che potrebbe essere la sentenza che lo cambia in modo radicale. A qualcuno ricorda l’attesa per la sentenza Bosman (che il calcio lo ha rivoltato come un calzino), per esempio Jean Claude Dupont, l’avvocato che allora difendeva l’oscuro calciatore belga che ha cambiato la storia del calciomercato e oggi difende la Superlega nell’iter presso la Corte di Giustizia Europea. Domani mattina la Corte dirà, per sintetizzare al massimo la questione, se l’Uefa è un monopolio che abusa del suo potere e se potrà continuare a farlo, per esempio sanzionando i club che vogliono partecipare a una competizione alternativa a quelle esistenti. In sostanza potrebbe dare il via a un libero mercato nel quale la A22, società con in pancia il progetto della Superlega di Real Madrid e Barcellona (e fino a qualche mese fa Juventus), potrebbe partire con il suo progetto, credibilmente nella stagione 2025-26...

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Il progetto

Un progetto con tre serie da venti squadre l’una, chiamiamole idealmente A, B e C come in Italia, comunicanti fra di loro con un sistema di retrocessioni e promozioni, aperte (nessuno posto fisso) e con accesso dai campionati nazionali. Un sistema che andrebbe a fare concorrenza all’attuale sistema spagnolo, garantendo più stabilità, più potere, più garanzie e più guadagni ai club che vi partecipano. L’Uefa, per esempio, ha fatto sapere che la nuova Champions, quella che parte la prossima stagione, incasserà 3.807 milioni di euro che sono meno dei 5000 promessi a suo tempo, ma 800 in più rispetto agli incassi attuali. Il messaggio da Nyon sembra voler rassicurare i club che la Champions resta la competizione più attraente e remunerativa. La Superlega non ha parlato di soldi, ma due anni fa dalla banca d’affari americana Jp Morgan, sempre al fianco del progetto superleghista, erano trapelate cifre più alte (dai 5 ai 6 miliardi di euro) e l’amministratore delegato di A22, Bernd Reichart, ha sempre chiarito ai club con i quali ha parlato che la redistribuzione alle squadre partecipanti sarebbe molto più trasparente e generosa di quella dell’Uefa che si tiene sempre una bella fetta degli incassi...

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Sempre al lavoro

Già, perché la Superlega nell’ultimo anno non è stata ferma. Dopo la musata dell’aprile 2021, è partito un lavoro di comunicazione con tutti i protagonisti del calcio europeo: i club, le leghe, le associazioni di tifosi, i calciatori e gli allenatori. Una lunga serie di incontri, svolti da Reichart e dai suoi collaboratori, che ha sensibilizzato tutti sull’argomento. E molti sono diventati molto... sensibili, come ha spiegato lo stesso Reichart: «C’è un consenso molto ampio sul fatto che in questo momento esista un problema e che dovremmo tutti andare alla ricerca di soluzioni – ha continuato Reichart -. Le persone si rendono conto che la Champions League contribuisce a far sì che molti paesi abbiano sempre la stessa squadra come campione in carica. L’attuale formato con la classifica annuale sta guidando la polarizzazione all’interno dei campionati nazionali. Ci sono club che credono che la Superlega sia l’unica opportunità per realizzare riforme fondamentali. Dicono: incrociamo tutti le dita sotto il tavolo». Molti club, infatti, stanno al coperto in attesa della sentenza, temendo l’ira funesta di Aleksander Ceferin (che, per esempio, si è abbattuta sulla Juventus del suo nemico preferito Andrea Agnelli), ma sotto sotto sperano in un cambiamento e vedono la Superlega come un’opportunità. Alcuni club hanno anche già garantito la loro adesione se il progetto riuscisse a vedere la luce.

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Domani mattina alle 9.30 sapremo tutto. Sta per scoccare l’ora della verità sul calcio europeo, in un clima irrealmente calmo, il mondo del pallone attende quella che potrebbe essere la sentenza che lo cambia in modo radicale. A qualcuno ricorda l’attesa per la sentenza Bosman (che il calcio lo ha rivoltato come un calzino), per esempio Jean Claude Dupont, l’avvocato che allora difendeva l’oscuro calciatore belga che ha cambiato la storia del calciomercato e oggi difende la Superlega nell’iter presso la Corte di Giustizia Europea. Domani mattina la Corte dirà, per sintetizzare al massimo la questione, se l’Uefa è un monopolio che abusa del suo potere e se potrà continuare a farlo, per esempio sanzionando i club che vogliono partecipare a una competizione alternativa a quelle esistenti. In sostanza potrebbe dare il via a un libero mercato nel quale la A22, società con in pancia il progetto della Superlega di Real Madrid e Barcellona (e fino a qualche mese fa Juventus), potrebbe partire con il suo progetto, credibilmente nella stagione 2025-26...

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