Deregulation Argentina, Milei si vende il calcio: l'assurda idea e le proteste

Il Decreto di Necessità e Urgenza getta in allarme lo sport locale. ll presidente apre alle Spa: «Il Chelsea vuole un club, mille milioni di investimenti»
Deregulation Argentina, Milei si vende il calcio: l'assurda idea e le proteste© Getty Images

Il sostantivo inglese “deregulation”, ossia l’eliminazione di norme e vincoli legislativi o amministrativi imposti ad una certa attività economica, fa spessissimo rima con “macelleria sociale”. L’Argentina dell’Anno Domini 2023, quella che vede Javier Gerardo Milei inquilino della Casa Rosada, non fa eccezione. La folle ricetta neoliberista e di ultradestra del fresco Presidente della Repubblica è talmente semplice che, per elaborarla, non serve mica una laurea in economia... In soldoni: lo stato è indebitato e la svalutazione della moneta locale è inarrestabile e ha trasformato il Peso in carta straccia? Bene: tagliamo ogni tipo di sussidio sociale (in un Paese dove il 45% dei cittadini vivono sotto la soglia di povertà) e (s)vendiamo ogni tipo di azienda sia in attivo, dalla Ypf (la compagnia statale energetica) fino alle Aerolinas Argentinas (la compagnia di bandiera) mascherando il tutto in «lotta contro i privilegi della casta», quando in realtà le uniche classi sociali che saranno coventrizzate saranno proletariato e classe media.

Le mosse di Milei

C’è poi una “azienda” che è in attivo, ha appeal, storia gloriosa ed esponenti venerati nel Pianeta. È il fútbol: il mondo del pallone è sì uno dei motori dell’economia argentina, ma è per il pueblo, il popolo, una vera ragione di vita. La prima domanda che ti fanno, quando passeggi e incontri un porteño è “De que cuadro sos?”, di che squadra sei? In Argentina può capitare che tu debba saltare uno o più pasti in una settimana perché i soldi non ti bastano. Non deve, però, mai accadere che tu perda una partita della tua squadra. Ecco dunque che quando Milei ha annunciato nel suo Dnu (Decreto Nazionale d’Urgenza) le mosse che riguardano il calcio e ha ventilato l’apertura per dectreto alle Sad, in pratica le società per azioni argentine, s’è ritrovato a fronteggiare un’opposizione compatta.

La Fedecalcio argentina si oppone

«Il club di fútbol non dovranno mai diventare società anonime a scopo di lucro, ma dovranno restare Associazioni Civili in cui i soci mantengano diritto di voto. Questo stabilisce il nostro statuto», così ha tuonato El Chiqui Tapia, il presidente della Federcalcio campione del mondo. Lo hanno seguito praticamente tutti: i 5 grandi (Boca Juniors, River Plate, Racing Club, Independiente, San Lorenzo de Almagro) e via via gli altri, insensibili alle parole di Milei che annunciano «investimenti da 1.000 milioni di dollari, con il Chelsea pronto ad acquistare una società». Troppo scaltro, Milei, per spifferare il nome del club nel mirino della Blue Co di Tood Boehly, patron yankee dei Blues. Certo è che l’eco, a Buenos Aires e dintorni, è notevole: iniziano a farsi i primi nomi. C’è chi scommette sul neopromosso Deportivo Riestra, chi sul Barracas Central, mentre altri sono pressocché sicuri si tratti del Talleres. Occhio però: quando a un popolo vessato togli sia panem che circenses rischi seriamente di ritrovarti di fronte a una... rivoluzione.

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