Uefa rischia una causa da 3 miliardi: clamorosa indiscrezione, i dettagli

Oggi a Parigi al congresso Ceferin si gioca tutto con il voto sul cambio di statuto per farsi rieleggere. Da Londra arrivano voci di un no della Federcalcio inglese alla riforma
Uefa rischia una causa da 3 miliardi: clamorosa indiscrezione, i dettagli© canoniero

No. Non è certo questo il clima dentro al quale Alexander Ceferin avrebbe desiderato celebrare la sua implicita incoronazione a imperatore del calcio europeo con l’approvazione del terzo mandato, evento sostenuto dall’immagine di unità e di intangibilità della sua Uefa. Invece il cielo di Parigi annuncia nuovoloni nerissimi sul 48esimo congresso dell’organismo di governo del calcio europeo, turbolenze dietro le quali si intravvedono le tensioni politiche che anche l’Uefa fatica a gestire in questa fase di transizione del calcio, con la spada di Damocle della Superlega che minaccia sempre più di tagliare il nodo gordiano degli equilibri (e del sistema di potere consolidato).

Ceferin, che in questo confronto ha da subito assunto e sempre mantenuto un atteggiamento intransigente e profondamente ostile in opere e dialettica, rischia ora di trascinare la stessa Uefa in un rischiosissimo percorso di tribunali con una richiesta danni che potrebbe arrivare fino a 3,6 miliardi complessivi. A innescare questa dinamica legale è ovviamente A22, la società che rappresenta operativamente il progetto Superlega e che ha intenzione di rivalersi per le dinamiche ostative al progetto messe in atto dall’organismo di Nyon fin dal 2021.

Ceferin e le perplessità all'interno della Uefa

Attenzione, perché non siamo di fronte a un’ipotesi bensì a un percorso già avviato perché i legali di A22 hanno configurato le cifre in relazione alle regole restrittive e alle minacce di sanzioni a livello economico che hanno bloccato la nascita del torneo nell’aprile del 2021, atteggiamenti poi dichiarati illegittimi (ecco il punto focale) dalla sentenza dell Corte Europea che ha dichiarato la posizione dell’Uefa monopolista e quindi contraria ai dettami di libera concorrenza dell’Ue. Al di là delle tecnicalità contenute nel dispositivo per la causa-danni, dalla Superlega ribadiscono come la necessità di procedere sia dovuta al perdurante atteggiamento di mancanza di dialogo da parte dell’Uefa stessa. Una posizione, in ultima analisi, politica che incrocia perplessità interne alla stessa Uefa circa l’atteggiamento totalmente refrattario al dialogo da parte di Ceferin.

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La posizione di Ceferin

Che, appunto, si appresta anche ad affrontare una sorta di referendum sulla sua posizione con il voto alla riforma dei tre mandati che ha già determinato lo scossone delle dimissioni di Zvonimir Boban, in contrasto con questo progetto. E se non vi sono soverchi dubbi circa l’esito positivo della votazione (servono i due terzi dei voti e le piccole Federazioni sono schierate compatte con il presidente) circolano notizie crcostanziate circa il voto contrario di importanti componenti, primo fra tutti la FA inglese che, peraltro, non è certo amichevole nei confronti del progetto Superlega. Al di là dell’esito numerico e del fatto che “uno vale uno” in assemblea, è però evidente come il peso politico sia ben diverso. Così come può diventare un segnale negativo l’annunciata assenza del padrone di casa Emmanuel Macron, a cui è stato consigliato di evitare endorsement proprio in conseguenza della situazione molto confusa. L’ultimo nuvolone arriva dalla Svizzera dove la tv ha rivelato uno scandalo a sfondo sessista, con i vertici dell’Uefa che avrebbero “salvato” un alto dirigente accusato di numerosi “sottintesi a sfondo sessuale” a causa dei quali un’indagine esterna ne suggeriva il licenziamento.

Ceferin e la nuova Champions

Ceferin, per contrasto, calerà l’asso annunciando i compensi della nuova Champions: 2,5 miliardi per i club. In attesa del Congresso, ieri si è tenuta la riunione dell’Esecutivo Uefa che ha approvato la distribuzione dei ricavi delle competizioni maschili Uefa per club del triennio 2024-27. Della soglia prevista di 4,4 miliardi di euro: il 10% (440 milioni di euro) è destinato alla solidarietà, il 7% (308 milioni di euro) ai club non partecipanti e il 3% (132 milioni di euro) ai club che partecipano ai turni di qualificazione. Inoltre, 25 milioni di euro sono destinati alla UEFA Women’s Champions League e alla UEFA Youth League. Alle 18, infine, il sorteggio della prossima Nations League, di cui l’Italia è testa di serie.

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No. Non è certo questo il clima dentro al quale Alexander Ceferin avrebbe desiderato celebrare la sua implicita incoronazione a imperatore del calcio europeo con l’approvazione del terzo mandato, evento sostenuto dall’immagine di unità e di intangibilità della sua Uefa. Invece il cielo di Parigi annuncia nuovoloni nerissimi sul 48esimo congresso dell’organismo di governo del calcio europeo, turbolenze dietro le quali si intravvedono le tensioni politiche che anche l’Uefa fatica a gestire in questa fase di transizione del calcio, con la spada di Damocle della Superlega che minaccia sempre più di tagliare il nodo gordiano degli equilibri (e del sistema di potere consolidato).

Ceferin, che in questo confronto ha da subito assunto e sempre mantenuto un atteggiamento intransigente e profondamente ostile in opere e dialettica, rischia ora di trascinare la stessa Uefa in un rischiosissimo percorso di tribunali con una richiesta danni che potrebbe arrivare fino a 3,6 miliardi complessivi. A innescare questa dinamica legale è ovviamente A22, la società che rappresenta operativamente il progetto Superlega e che ha intenzione di rivalersi per le dinamiche ostative al progetto messe in atto dall’organismo di Nyon fin dal 2021.

Ceferin e le perplessità all'interno della Uefa

Attenzione, perché non siamo di fronte a un’ipotesi bensì a un percorso già avviato perché i legali di A22 hanno configurato le cifre in relazione alle regole restrittive e alle minacce di sanzioni a livello economico che hanno bloccato la nascita del torneo nell’aprile del 2021, atteggiamenti poi dichiarati illegittimi (ecco il punto focale) dalla sentenza dell Corte Europea che ha dichiarato la posizione dell’Uefa monopolista e quindi contraria ai dettami di libera concorrenza dell’Ue. Al di là delle tecnicalità contenute nel dispositivo per la causa-danni, dalla Superlega ribadiscono come la necessità di procedere sia dovuta al perdurante atteggiamento di mancanza di dialogo da parte dell’Uefa stessa. Una posizione, in ultima analisi, politica che incrocia perplessità interne alla stessa Uefa circa l’atteggiamento totalmente refrattario al dialogo da parte di Ceferin.

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