Ancelotti e la partita infinita col Fisco spagnolo e gli acchiappaclic

Per Don Carlo è una storia che va avanti da nove anni: un temibile avversario fuori dal campo più di quanto, in campo, non lo siano stati i rivali
Ancelotti e la partita infinita col Fisco spagnolo e gli acchiappaclic© EPA

Nove anni. Da così tanto tempo dura la partita di Ancelotti con il Fisco spagnolo, temibile avversario fuori dal campo più di quanto, in campo, non lo siano stati i rivali di Don Carlo che al Real ha dato la storica Decima Champions League nel 2014 e l'ha rivinta nel 2022, accompagnando i due trionfi con 2 Supercoppe Uefa, 2 Mondiali per club, coronati da 1 Liga, 2 Cope del Rey, 2 Supercoppe di Spagna (198 vittorie, 38 pareggi, 39 sconfitte, 72 per cento di successi).

A dire il vero, le partite che Ancelotti sta giocando sono due: la seconda è più subdola poiché gli avversari sono tanti e sono infidi. Si chiamano acchiappaclic o clickbait, per usare il termine tecnico. Recita Wikipedia: "Il clickbaiting è una modalità web che si avvale di titoli accattivanti e sensazionalisti incitanti l'utente a cliccare per attirare chi apre questi link e ne condivida il contenuto, aumentandone la diffusione tramite la condivisione sui vari social network, accrescendone in maniera esponenziale i proventi pubblicitari".

Una riprova? Andate su Google, digitate tre parole: Ancelotti fisco Spagna. In 0,30 secondi otterrete 128 mila risultati, diversi dei quali scanditi da titoli che definire esagerati è un eufemismo. Cogliendo fior da fiore: "Ancelotti "ha frodato il fisco in Spagna": chiesti 4 anni e 9 mesi di carcere"; "Guai per Ancelotti: il fisco spagnolo vuole sequestrargli lo stipendio"; "Ancelotti rischia l'arresto in Spagna", su su sino a: "Clamoroso Ancelotti, arresto a sorpresa e addio Real Madrid". Naturalmente, viene mimetizzato che, in prima istanza, il giudice abbia dato ragione a Carlo, attribuendogli anche il diritto alla restituzione di 1 milione 200 mila euro. Il che ha indotto la Procura di Madrid a ricorrere in appello, chiedendo addirittura 4 anni e 9 mesi di carcere. La dinamica perversa degli acchiappaclic ha propalato annunci relativi a una realtà dei fatti diametralmente opposta, dimostrando la differenza tra informazione e disinformazione. I fatti sono questi e sono relativi al 2015.

L'accusa mossa dal Fisco spagnolo era stata: avere evitato di pagare le tasse sui diritti d'immagine, suddivisi al 50 per cento con il Real. Eppure, Carlo ha pagato quanto doveva e, sentenza del 12 luglio scorso, il Tribunale madrileno gli ha riconosciuto anche il diritto a un rimborso di 1 milione 200 mila euro. Il verdetto è stato impugnato dalla Procura Provinciale: punta a negare la restituzione della somma e chiede anche la condanna penale per frode fiscale, in quanto convinta che, all'epoca, Ancelotti fosse fiscalmente residente in Spagna. Tesi rigettata dai legali dell'allenatore, come ha preannunciato lo stesso interessato: "Pensano fossi residente a Madrid, ma non lo ero. Sono convinto di essere innocente, non risiedevo a Madrid nel 2015. Vedremo cosa deciderà il Tribunale”. Che nel corso del tempo, in materia di contenzioso fiscale, fra gli altri ha dato ragione a Xabi Alonso, Sergio Ramos, Xavi, Iniesta, Jorge Lorenzo, Aleix Espargaro. Per dirla con l'attore francese Jean Rigaux, un milionario è un miliardario che ha appena pagato le tasse. 

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