Un mondiale al buio, senza le immagini tv. Una riedizione del 1930 in Uruguay in piena epoca di comunicazione globalizzata digitalizzata iper-immanente. Paradossale? Tutt’altro: è il rischio che corre il primo Mondiale per club della Fifa, quello a cui parteciperanno 32 squadre negli Stati Uniti tra giugno e luglio e che, nelle intenzioni dei dirigenti di Zurigo, avrebbe dovuto garantire introiti fantasmagorici ai club che vi parteciperanno. Il guaio è che, almeno per ora, di accordi con i broadcaster ancora non se ne vedono e quindi serpeggia un certo nervosismo. Martedì, per esempio, è scaduto il bando per l’assegnazione in Europa e in Africa senza che siano state avanzate offerte.
Riunione di emergenza
E anche l’ipotesi di un accordo con Apple tv, che sembrava disposta a garantire un miliardo di euro, è rimasto lettera morta e anche gli sponsor sono, per usare un eufemismo, freddini perché ritengono di “coprire” già le competizioni Fifa con gli onerosi accordi per il Mondiale tradizionale. Una situazione che ha indotto Gianni Infantino a convocare, la settimana scorsa, una riunione di emergenza tra i rappresentanti dei broadcaster potenzialmente interessati e dei maggiori club che vi parteciperanno. Anche da quel summit, però, non è uscito nulla di confortante per il presidente Fifa che ora si aggrappa i network mediorientali, in particolare quelli dell’Arabia Saudita che non vuole rischiare di perdere l’assegnazione dei Mondiale del 2034.