Perché Rodri merita il Pallone d'Oro. Perché l'arroganza Real ferisce Ancelotti

Il premio al campione d'Europa con il City e con la Spagna è il giusto riconoscimento al tuttocampista ideale. La polemica assenza per la mancata vittoria di Vinicius è stata uno sgarbo a Re Carlo, miglior allenatore. Per Gasp, Lautaro e Lookman la soddisfazione di essere entrati nel gotha

Il dottor Rodrigo Hernandez Cascante, semplicemente Rodri, 28 anni, laureato in Management e Business Administration, ha vinto con pieno merito il Pallone d'Oro che la giuria di France Football gli ha assegnato premiando il tuttocampista ideale, il giocatore universale, campione d'Europa con il City e con la Spagna. Il riconoscimento spezza la litania del duello Messi-Ronaldo, definitivamente chiuso nel 2023 con l'8-5 dell'argentino sul portoghese. Rodri è il fuoriclasse umile che ogni allenatore desidererebbe avere in mezzo al campo per dettare i tempi; di volta in volta per essere regista, mediano, incontrista; per segnare gol passati alla storia della Champions come nella finale di Istanbul contro l'Inter; per rivelarsi l'ultimo pezzo del puzzle City, dicendola con Guardiola; prendere per mano la Spagna di Luis de la Fuente e issarla sul, tetto d'Europa. Rodri con Pep ha vinto 4 Premier, 2 Coppe di Lega, una Coppa d’Inghilterra, due Community Shield, due Supercoppe europee, una Champions, un Mondiale per Club; con la Spagna, una Nations League e un Europeo.

Pallone d'Oro, il piazzamento degli "italiani"

Rodri a Parigi con le stampelle ha rappresentato una volta di più quanto grande sia la sua passione per il calcio, al punto da mettere nel conto anche la rottura dei legamenti crociati che purtroppo ci priverà del suo calcio per tutta la stagione. Lautaro settimo; Lookman quattordicesimo (ma il 16 dicembre a Marrakech godrà ottime chances di vincere il Pallone d'Oro africano e se lo meriterebbe tutto); Calhanoglu ventesimo; Hummels e Dovbyk ventinovesimi si sono tolti la soddisfazione di entrare nel gotha di France Football, così come Gian Piero Gasperini in lizza nel premio quale miglior allenatore vinto da Carlo Ancelotti, 5 Champions di cui 3 con il Real. Che però, non presentandosi a Parigi, gli ha fatto un brutto sgarbo come l'ha fatto al club stesso, proclamato il migliore dell'anno nonché a Vinicius, Bellingham e Carvajal, giunti alle spalle di Rodri, per non dire della mancanza di rispetto verso il vincitore. Disertare la cerimonia perché Vinicius non ha vinto il Pallone d'Oro è stato un imperdonabile gesto di stizza, un atto di arroganza, una sconcertante caduta di stile del Real che pure, dello stile fa la sua bandiera. Chi vince festeggia, chi perde spiega, ammonisce Julio Velasco. Non c'è dubbio che Il madridista silenzio assordante spieghi quanto a Florentino Perez sia bruciato perdere.

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