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Sessant’anni. Cioè trenta più trenta. I primi di Marco van Basten sono stati un abbacinante raggio laser che ha illuminato il calcio mondiale; all’inizio dei secondi, invece, siamo rimasti al buio, orfani della sua classe, della sua perfezione, delle meraviglie che ci aveva regalato prima che la sottile cartilagine di quella caviglia di cristallo costringesse al ritiro uno dei più formidabili attaccanti mai visti giocare da quando &egr
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