Gabriele Gravina resta, suo malgrado, sulla graticola giudiziaria in attesa che la vicenda nata dai dossier illegali si risolva. Dopo aver respinto la prima istanza, ieri i giudici hanno ascoltato la nuova richiesta della procura di Roma che chiede di sequestrare 140 mila euro al presidente della Figc, sotto inchiesta per autoriciclaggio. Il gip aveva respinto la richiesta della procura nel giugno scorso escludendo la sussistenza del fumus del reato, ma la Procura ha deciso di insistere presentando ricorso al Tribunale del riesame. Il presidente della Figc è indagato per appropriazione indebita e autoriciclaggio per la vicenda nata da uno dei file del caso “dossieraggio” che ha come principali indagati il luogotenente della Guardia di Finanza, Pasquale Striano, e il magistrato Antonio Laudati. Sarebbero emerse presunte irregolarità riguardanti l’assegnazione del bando del 2018 per il canale tematico della Lega Pro, la compravendita di una collezione di libri antichi e l’acquisto di una casa. Per i pm le tre circostanze potrebbero essere collegate tra loro. Da questo collegamento si sarebbe arrivati a un unico giro di denaro e dunque ai due reati contestati.
All’udienza di ieri hanno preso parte gli avvocati di Gravina, Fabio Viglione e Leo Mercurio: "Abbiamo ribadito le condivisibili e puntuali argomentazioni del gip che, nel giugno scorso, aveva rigettato la richiesta di sequestro avanzata dalla Procura per la totale insussistenza dei reati ipotizzati. Il Presidente Gravina può andare a testa alta, forte dell’assoluta correttezza delle sue condotte". In particolare lo stesso giudice nel decreto in cui respingeva la prima richiesta aveva sottolineato l’inattendibilità del teste d’accusa, Emanuele Floridi, “sulle cui dichiarazioni si fonda essenzialmente l’ipotesi accusatoria”. Secondo il giudice, la sua deposizione “è laconica e intrisa di incertezze, di penso di sì, forse, non ricordo, non lo so”. Nel provvedimento il giudice segnalava che lo stesso “cade in evidente contraddizione” e sottolineava che “ad abundantiam, le ragioni illustrate dal Gravina e dallo stesso Floridi circa la brusca interruzione dei rapporti tra i due gettano ulteriori ombre sull’attendibilità del Floridi, il quale potrebbe aver offerto una propria personale interpretazione degli eventi“. E, entrando nel merito delle accuse, il giudice escludeva che Gravina “abbia incassato indebitamente somme di denaro né che li abbia reimpiegati”.