Ma il calcio così resta in ostaggio
Non si discute nemmeno sulle sacrosante, doverose e irrinunciabili garanzie per gli imputati e sulla necessità che i giudici possano disporre del tempo necessario ad approfondire, indagare, discutere. Ma, davvero, è necessario che si trovi una soluzione a queste lungaggini kafkiane e, non ultimo ma forse pure di più, alle contraddizioni clamorose tra un magistrato e l’altro. È perlomeno strana, infatti, la decisione con cui il gip ha respinto la prima richiesta dei pm e la caparbietà degli stessi pm nel ripresentare identica istanza in assenza di fatti nuovi, Basandosi, peraltro, sulle affermazioni di un personaggio - Emanuele Floridi - di cui lo stesso gip aveva stroncato la credibilità. E che, tra l’altro, ha strettissimi rapporti con Claudio Lotito, avversario acerrimo di Gravina.
Ecco, se si dovesse ragionare negli abusati termini di “giustizia a orologeria”, si potrebbe storcere il naso circa la tempistica di questa richiesta alla vigilia di un’assemblea per la modifica dello Statuto Federale in cui, guarda un po’, il presidente della Lazio è tra i più fieri oppositori della bozza federale. Ma noi non ci caschiamo e manteniamo la vicenda nell’ambito legale (anche perché a incasinarsi, i presidenti di A ci pensano da soli...) e vorremmo un poco di chiarezza e di velocità dalla giustizia. Gravina, di suo, è andato dai pm non appena la vicenda dossier è emersa, presentando prove a sua discolpa, ma è ovvio che non possa reggere questa situazione in vista dell’elezione federale di marzo. Il calcio non può restare ostaggio dei dossier illeciti.