Gabriele Gravina si ricandida alla presidenza della Figc. Non c’era esattamente suspance, ma oggi sarà ufficiale. Pare difficile che sfidi Alessandro Del Piero, sul cui nome si è più chiacchierato che agito. E pare ancora più difficile che possa perdere, visto che la candidatura è sostenuta dalla maggioranza dei club di B e C, dall’Assocalciatori e dai tecnici. Probabilmente anche dai Dilettanti, a meno che la LND non candidi il proprio presidente Giancarlo Abete, non certo per contrastare Gravina (i due sono alleati), quanto per evitare sorprese nel caso che intoppi giudiziari (al momento non all’orizzonte, anzi...) possano in qualche modo complicare la candidatura di Gravina, ma è un dettaglio, un retroscena politico che non cambia il quadro generale. Gravina, in questo momento, è forte e non ha dovuto neanche chiedere il sostegno della Serie A, un gesto per lasciare tempo e libertà d’azione alla Lega per individuare la nuova governance.
Lega, c'è aria di cambiamento: Juve capofila
E in Lega spira sempre più forte il vento della nuova maggioranza, l’alleanza nata tra la Juventus e i club di proprietà americana (Inter in testa), un fronte che vede al momento 11 club (Juve, Inter, Atalanta, Fiorentina, Bologna, Udinese, Roma, Parma, Como, Monza, Venezia) e due che stanno meditando di unirsi, il Milan e il Genoa. Claudio Lotito, che ha dominato la Lega nell’ultimo decennio, è quindi in minoranza. Nessuno canta vittoria (perché tutti conoscono Lotito...), ma è indubbio che il presidente della Lazio si trova nella situazione più difficile da un bel po’ di tempo a questa parte. E la nuova maggioranza di Lega sta preparando il suo candidato per il dopo Casini con una specie di “primarie”. Tre i nomi: Umberto Gandini, attuale presidente della Lega Basket e grande manager di sport; Ezio Maria Simonelli, il commercialista di Silvio Berlusconi e grande amico dell’ad del Monza Adriano Galliani che ha presentato credenziali molto solide agli occhi degli americani; Carlo Bonomi, l’ex presidente di Confindustria che aveva già provato a diventare presidente della Lega nel 2022. Uno di loro sfiderà Casini il 16 dicembre, quando difficilmente uscirà un presidente (servirebbero 14 voti), ma - se la nuova maggioranza regge - potrebbe essere chiaro che Casini non ha chance. A quel punto si rimescolerebbero le carte e, chissà, potrebbe anche uscire un nuovo candidato o intorno a uno dei tre nomi si proverebbe a costruire la maggioranza necessaria (il secondo turno sarebbe il 10 gennaio 2024 sempre con maggioranza qualificata di 14 voti, il terzo turno il 20 gennaio quando di voti ne basterebbero 11).