Nuove norme apprendistato calciatori, operatori a confronto alla LegisLAB Academy

“Bene la tutela dei talenti ma restano criticità”. Le opinioni di Angeloni e Pagliari
Una nuova norma che potrebbe cambiare il volto del calcio giovanile. L’apprendistato professionalizzante, dopo l’abolizione del vincolo sportivo, è oggi al centro dell’attenzione di club, agenti e istituzioni. Presentato nell’ambito della riforma dello sport come uno strumento capace di offrire nuove tutele ai giovani atleti, solleva tuttavia dubbi sulla sua reale efficacia formativa e sulla sostenibilità economica per le società. Inoltre, l’istituto è oggetto di un iter normativo e regolamentare particolarmente travagliato, tra proroghe governative al fotofinish, diversi regimi transitori e persino l’intervento di moral suasion dell’AGCM per puntellare il nuovo assetto regolamentare FIGC.
Se ne è discusso durante la tavola rotonda organizzata da LegisLAB Academy, nell’ambito del corso obbligatorio di formazione FIGC per agenti sportivi, in collaborazione con AIACS, principale associazione di categoria in Italia.
Nel corso dell’incontro, tra analisi giuridiche e testimonianze dal campo moderate da Letterio Pino (Segretario AIACS) e Paolo Marsilio (Senior Associate di LegisLAB), sono emerse tre questioni chiave: la natura del contratto e le sue implicazioni a livello nazionale e internazionale, il valore effettivo del percorso formativo e l’impatto economico per i club.
Tra gli interventi quello di Valentino Angeloni, Direttore Sportivo del settore giovanile della Fiorentina, che ha sottolineato il cambio di prospettiva in atto: “C’è stato un cambio epocale per tutte le componenti. Con gli ultimi interventi è stata data quantomeno la possibilità di opzionare, sebbene a titolo oneroso, e dare continuità al lavoro con i ragazzi”.
Dal punto di vista degli agenti, Silvio Pagliari - consigliere AIACS - ha posto invece l’accento sulla centralità del dialogo tra club, atleti e famiglia. "Rimanere nello stesso settore giovanile secondo un percorso serio e formativo può essere un valore per il giovane calciatore, e anzi il continuo cambio può teoricamente essere un danno per il giovane. Se l'apprendistato è condiviso con calciatore e famiglia, è un bene, se diviene mero strumento di vincolo, invece, è un danno".
Più critico l’intervento di Domenico Fracchiolla, Direttore Sportivo del Giugliano Calcio, che ha evidenziato le difficoltà incontrate dai club minori: "I problemi relativi all'abolizione del vincolo sportivo e alla riforma dell'apprendistato sono due, il primo riguarda l'applicazione non uniforme delle proroghe relative al vincolo, il secondo è l'aumento dei costi per la necessità di vincolare i giovani secondo il nuovo regime di apprendistato. Ritengo che i piccoli club siano stati penalizzati dalla riforma, con il rischio di perdere interesse a investire sul settore giovanile".
Alessandro Palmeri, Responsabile dell’Ufficio Tesseramenti della FIGC, ha offerto un quadro sul percorso normativo: “L’art. 33 NOIF ha avuto effettivamente molte modifiche, ben 7, non semplice sia per i club sia per la Federazione. Il lavoro è stato portato avanti da un tavolo tecnico formato da tutte le componenti federali”.
Sul piano delle tutele Raffaele Rigitano, avvocato e consigliere AIACS, ha ribadito la necessità di rafforzare il sistema: “Siamo ancora in una fase iniziale dell’istituto, però il sistema dovrebbe essere integrato e avere una tutela nazionale quanto internazionale, tenendo in considerazione l’investimento anche umano sui giovani”.

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