Ancelotti: «Troppe liti al Psg. Ibrahimovic un vero altruista»

Il tecnico del Real Madrid torna sulla sua esperienza alla guida del Paris Saint Germain: «Sono andato via perché non mi trovavo più a mio agio con la dirigenza»
TORINO - "Alla fine della seconda stagione, ho cominciato a convincermi che qualcosa non andava. Eravamo in testa al campionato ma non ero convinto che il lavoro che facevamo era giusto. E poi non mi trovavo a mio agio con i dirigenti, per cui ho deciso di andare via". Carlo Ancelotti racconta la sua esperienza sulla panchina del Paris Saint Germain in un'intervista a 'So Foot'. Un'avventura conclusasi prima del previsto, a causa di una serie di dissapori con i dirigenti: "La mia fortuna è stata dire che me ne sarei andato prima di vincere il campionato. Poi, con la Ligue 1 in bacheca, i dirigenti volevano obbligarmi a rimanere fino alla fine del contratto, che scadeva la stagione successiva. Ci sono stati tanti problemi ma non ho mai tradito il Psg, quando dissi loro che andavo via non avevo ancora contatti con alcun club".

LITI E URLA - Ancelotti spiega che non c'erano più i presupposti per restare a Parigi: "Non abbiamo fatto un brutto lavoro, abbiamo vinto il campionato ma la dirigenza non era contenta e a quel punto ho capito che non credevano nel progetto ma volevano risultati immediati. Erano ansiosi ma il Psg aveva bisogno di continuare a lavorare nel medio e lungo termine. Non si poteva pensare di vincere subito la Champions. Quando ero lì, ogni sconfitta finiva in liti e urla".

GRANDE IBRA
- Una delle poche note liete dell'esperienza parigina è quella legata a Zlatan Ibrahimovic: "Si sacrifica per il bene del gruppo anche se tutti pensano che sia insopportabile ma non è assolutamente così. E' il calciatore più altruista che abbia mai conosciuto, è un peccato che il mondo intero creda il contrario".

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