TORINO – C'è modo e modo di proporsi. Alessandro Marzuoli ne ha scelto uno originale. Ci pensa quando a Pescara (la città in cui è nato) si fa male alla schiena e scopre che – a 22 anni – spazio per lui non ci sarà. Fa il portiere, vuole giocare, sfrutta Internet. Manda così un curriculum via mail, con relativi video, agli agenti iscritti sul sito Fifa, proponendosi. «Mi piace viaggiare – racconta –, è sempre positivo vivere a fondo un'altra realtà». Comincia nel 2006 un lungo cammino per l'Europa che, tranne una parentesi due anni dopo nella Pro Vasto, non comprende l'Italia: «Il primo procuratore mi ha mandato in Grecia, all'Olympiakos Volos, in serie C, dove mi sono rotto un menisco. Mi sono riproposto e un altro agente mi ha trovato un contratto in Olanda, all'Oss, in serie B. Quindi un francese mi ha spedito in Bulgaria, al Marek, in Seconda divisione». Nel 2010 la svolta, in un luogo insolito per un italiano. Marzuoli finisce in Finlandia: «Ci vado con un altro procuratore, italiano stavolta, Giorgio Romano. Prima al Vps, nella loro serie A, dove resto fino al 2013, quindi al Futura, in un campionato che è la nostra Lega Pro. Si chiama Kakkonen, che significa Seconda divisione, ma che così non è».
FREDDO E PETROLIO Futura è la squadra di Porvoo, a una cinquantina di chilometri da Helsinki. L'Unesco ha scelto i magazzini in legno dei pescatori come sito patrimonio dell'umanità. «Ma le cose belle sono altre, come i paesaggi: verde e laghi ovunque, animali che ti attraversano la strada. Poi le saune, fantastiche. Non ho mai visto bere come i finlandesi, smaltiscono tutto sudando. E fanno affari i tassisti, visto che non si può guidare dopo aver tracannato una birra dietro l'altra: la polizia bastona... Il finlandese è impossibile, ho imparato le parole del calcio e basta. Ma qui mi piace un sacco, tranne il freddo: ci siamo allenati anche -13, ho visto il termometro a -30». Però si può vivere di calcio anche là, in un palcoscenico minore: «Abbiamo campi e attrezzature che in Italia non esistono. Lo sponsor è la Neste Oil, una delle più grandi compagnie petrolifere finlandesi. Il club è organizzato, si vive sempre al campo. Il calcio non ha pressioni, quando si perde l'unico che si incazza sono io: loro restano freddi, cerco di svegliarli. La preparazione comincia a febbraio, si giocano subito le coppe, che possono essere disputate nei campi al coperto. Il campionato parte ad aprile e si chiude a inizio ottobre».
SOGNO INGLESE Il torneo è strutturato in gare di andata e ritorno, e ancora ritorno. Il Futura viaggia nella zona del pericolo, dopo aver disputato una pessima fase di mezzo. «Poi ci siamo ripresi però è dura – continua Marzuoli –. Il mio orgoglio sono i gol incassati, solo 32, seconda difesa del torneo dopo la capolista Atlantis. Ci proviamo. Ho iniziato anche a fare il preparatore, a insegnare ai ragazzi. Non sono un cavallo in mezzo agli asini, ma qui non c'è la nostra cultura di portieri: vanno avanti a gambe larghe, si buttano come sacchi di patate». Un impegno che potrebbe diventare l'occupazione futura: «Voglio giocare ancora cinque, sei anni. Sogno l'Inghilterra, qui vengono in pochi allo stadio. Il calcio tira più verso il confine russo, da noi regna l'hockey. Mi resta solo il dispiacere di non aver sfondato in Italia. Ma il nostro calcio non mi piace più. Il giro è sempre quello: allenatori, giocatori, dirigenti, non riesci a entrarci. Non c'era spazio per i giovani e non c'è ancora».