Messi: storia di un campione

Messi stato capace di sconfiggere la malattia e di diventare il fuoriclasse che tutti potremo ammirare, ancora una volta, nella Finale di Champions League di Berlino
2005: Lionel Messi - Barcellona© www.imagephotoagency.it

A tredici anni Messi era alto 1,43 cm e pesava 35 kg. Oggi i centimetri sono 169 e i kg 69. Dietro a questa trasformazione c’è la storia di un ragazzo, che è riuscito a dribblare anche il destino. Il calciatore più pagato del mondo  ha un’anima e una volontà incredibile. Ha avuto una nonna tifosa che lo ha spronato ad entrare in campo, costringendo il suo primo allenatore, Ricardo  Aparicio, a schierarlo tra lo stupore generale. E Leo ha iniziato subito a fare goal. E non smetterà più. Come ha fatto mercoledì 6 maggio contro il suo ex allenatore Guardiola,  nella semifinale di Champions League. Ora in attesa della finalissima del 6 giugno a Berlino, è il momento del film “Messi, storia di un campione”.

Presentato alla 71a Mostra di Venezia, MESSI – Storia di un campione racconta la vita e la carriera del fuoriclasse pluripremiato Lionel Messi sia attraverso le testimonianze di grandi leggende del calcio come Menotti, Maradona, Valdano e Cruyff così come dalle persone che l’hanno accompagnato nel suo percorso di vita, il tutto attraverso immagini d’archivio, interviste e clip inedite. Un film su Leo Messi uomo, sulla sua famiglia, gli amici, i compagni. Non un film sul calcio, ma il racconto di anni incredibili percorsi da timori, da sofferenze, ma anche da grandi gioie.

Riuniti a cena, gli amici, i compagni di squadra, ex-allenatori, giornalisti e scrittori ripassano i momenti più significativi della vita di Messi, dalla sua infanzia con l’inseparabile pallone alla decisione di lasciare Rosario per Barcellona, la lontananza dalla famiglia e dagli amici narrato con video esclusivi di repertorio.
Non mancano i momenti più decisivi e importanti della carriera del calciatore  che ha saputo stupire il mondo con la sua umiltà e austerità in campo e che ha reso orgogliosi tutti quelli che hanno condiviso il suo percorso e che continuano a farlo. 

Ciò che conta è anche un solo istante sul campo da calcio. Le multinazionali lo adorano anche per la sua vita privata, per l’assoluta mancanza di scandali, l’assenza di fuoriserie dal suo garage, la modestia della villa catalana, le lezioni di vita di suo padre, Jorhje, ex operaio siderurgico, apprese e applicate nella vita di ogni giorno.  Leo è quel bambino che, di fronte al medico che gli diagnosticava il blocco della crescita, ha fatto una sola, vitale domanda: potrò giocare ancora a calcio? La risposta è sotto i nostri occhi.

In collaborazione con Associazione Italiana Donatori di sangue.

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