Ronaldinho, i domiciliari e una sola richiesta: “Voglio un pallone!”

Parla il proprietario dell'albergo dove il brasiliano sta scontando la pena: "Ora è molto più rilassato rispetto al primo giorno in cui è arrivato"
Ronaldinho, i domiciliari e una sola richiesta: “Voglio un pallone!”

ASUNCIÓN (Paraguay) - La scorsa settimana, dopo il pagamento della cauzione di 1,6 milioni di dollari, il giudice Gustavo Amarilla ha concesso a Ronaldinho e a suo fratello di proseguire la pena in "detenzione dorata", ai domiciliari nell'Hotel Palmaroga di Asunción (quattro stelle e mezza). Lì l'ex giocatore del Milan e del Barcellona dovrà restare costantemente in albergo, sotto la sorveglianza della polizia e con il divieto assoluto di lasciare il Paraguay. A distanza di giorni dal suo arrivo nella struttura, cominciano a emergere alcune curiosità che riguardano la vita in reclusione del brasiliano.

Ronaldinho, pallone e partitelle in hotel

Ronaldinho, il fratello e due dei suoi avvocati brasiliani sono al momento gli unici ospiti dell'hotel situato nel centro storico di Asunción, a causa delle norme obbligatorie sull'isolamento sociale stabilite dal governo paraguayano per il coronavirus. Misure che dureranno fino a domenica 26 aprile e che impediranno, almeno fino a quella data, nuove visite in albergo. Emilio Yegros, direttore della struttura, ha rilasciato una dichiarazione al quotidiano messicano Excelsior: "Ronaldinho non perde il suo umorismo e alterna le sue conversazioni con delle battute. Sembra un bravo ragazzo. Non perde mai il sorriso, stesso discorso per suo fratello. La sua faccia è cambiata rispetto al primo giorno, quando è arrivato teso e stressato". L'unica richiesta fatta da Ronaldinho, secondo la ricostruzione del manager, è stata quella di avere un pallone e una stanza per delle partitelle. Desiderio esaudito: "Abbiamo abilitato una sala di circa 30 metri per 15 solo per lui".

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