A Mbappé 30 milioni all'anno. Haaland, affare da 150 milioni. Uefa, sul Fair Play è tutto ok?

La frecciata del milanista Scaroni al Psg ("O il fair play vale per tutti o non c'è nulla di peggio della giustizia quando è ingiusta") riapre il dibattito sullo strapotere di spesa dei francesi e del City. Ma, sinora, solo Tebas è passato dalle parole alle iniziative legali
A Mbappé 30 milioni all'anno. Haaland, affare da 150 milioni. Uefa, sul Fair Play è tutto ok?

Presidente, che cosa pensa dei 30 milioni netti all'anno garantiti dal Psg a Mbappé? La domanda non ha colto impreparato Paolo Scaroni, durante la lunga conversazione nell'etere della "Politica nel pallone", la trasmissione condotta da Emilio Mancuso su Gr Rai Parlamento che mi ha offerto l'occasione di interloquire direttamente con il presidente del Milan. Che ha risposto, affondando il colpo su Nasser Al-Khelaifi, presidente del Paris nonché dell'Eca, l'associazione dei club europei e anche Ad Aleksander Ceferin, presidente dell'Uefa, sono fischiate le orecchie. Scaroni dixit: "Noi del Milan non abbiamo dimenticato che, rispettosi del fair play Uefa, per un anno abbiamo dovuto rinunciare all'Europa. Il fair play o è uguale per tutti, compreso il Psg e tutti lo rispettano o non c'è nulla di peggio della giustizia quando è ingiusta". Ecco, qui sta il punto.

Solo Tebas

E' trascorso un mese dall'annuncio ufficiale dell'accordo Psg-Mbappé sino al 2025, sottoscritto a cifre folli. La stampa francese ha parlato di un premio alla firma di 120 milioni di euro e di uno stipendio netto di 30 milioni netti a stagione, oltre alla gestione del 100 per 100 dei diritti d'immagine, un'altra, sicura fonte di grande guadagno per il campione francese. In questo mese, fra i massimi rappresentanti del calcio europeo, soltanto Javier Tebas, presidente della Liga, ha preso un'iniziativa concreta contro l'operazione dei transalpini, cioè dell' "entità economica del Qatar", per usare il lessico dell'avvocato parigino Juan Branco, già legale di Julien Assange. Proprio Branco, infatti, è stato incaricato da Tebas di condurre ogni azione legale necessaria per contrastare gli ingaggi esorbitanti sia del Psg (Mbappé, ma anche Messi, Donnarumma, Ramos) sia del City, l'altro Club Stato che spende e spande (Haaland è solo l'ultimo esempio in ordine cronologico: fra cartellino, ingaggio e commissioni un'operazione di circa 150 milioni di euro).

La domanda all'Uefa

Ricordato che non basta fare collezione di figurine multimilionarie per vincere in Europa - e il Psg ne è la dimostrazione plastica - la domanda è: "Uefa, niente da dire su Psg e City? E' tutto okay?". Lo chiediamo a Ceferin, all'Uefa e a chi ha elaborato il nuovo fair play finanziario, presentato il 7 aprile scorso e in vigore da questo giugno, sebbene sia previsto un adeguamento graduale nell'arco di tre stagioni. Due mesi e mezzo fa, il comunicato ufficiale di Nyon recitava testualmente: "La più grande innovazione nei nuovi regolamenti sarà l'introduzione di una regola sui costi di squadra, al fine di ottenere un migliore controllo in relazione agli stipendi dei giocatori e ai costi di trasferimento. Il regolamento limita la spesa per stipendi, trasferimenti e commissioni degli agenti al 70% delle entrate del club. Le valutazioni saranno eseguite in modo tempestivo e le violazioni comporteranno sanzioni pecuniarie e misure sportive predefinite". Bene. Bravi. Bis. Proprio per questo ripetiamo la domanda: "Niente da dire su Psg e City? E' tutto okay?".

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