Vergogna in Spagna: insulti razzisti contro Vinícius Júnior

Alla vigilia del derby con l'Atletico, l'asso brasiliano del Real Madrid attaccato per la sua esultanza dopo i gol.Il presidente dei procuratori spagnoli: «Se vuol fare la scimmia vada al Sambodromo»
Vergogna in Spagna: insulti razzisti contro Vinícius Júnior

TORINO - Sale la tensione alla vigilia del derby di Madrid tra Real e Atlético. Normale, visto il disprezzo sportivo che regna tra le due anime della capitale spagnola, scontato dato che meréngues e colchoneros si odiano. Incendiare la vigilia, dunque, può essere un modo per tentare di mandare in tilt l’equilibrio, soprattutto psichico, dell’avversario. Ci sono, però, limiti che, nel 2022, non possono e non devono essere superati. Per nessun motivo. Uno di questi è ricorrere al razzismo: è quanto successo nella puntata del famoso show tv iberico “El Chiringuito”. Una vergogna totale: che al giorno d’oggi ci sia ancora qualcuno che discrimina un altro essere umano a causa del colore della sua pelle, della sua religione, dei suoi comportamenti sessuali è un cancro che andrebbe sradicato una volta per tutte dalla società, è una stortura che andrebbe punita e raddrizzata con ogni mezzo possibile.

DOPPIA VERGOGNA Criticare il modo in cui un giocatore festeggia un gol è, di per sé, risibile. Criticare un balletto accompagnato da un sorriso enorme, come quelli che regala Vinícius Júnior ogni volta che segna, è assolutamente fuori da ogni senso comune. Un balletto non è offensivo, un balletto non insulta nessuno, non manca di rispetto, non urta sensibilità alcuna. Ecco perché è inaccettabile la miccia accesa da Koke che, dopo poche ore ha fatto esplodere la bomba Pedro Bravo. Spieghiamo meglio: il centrocampista biancorosso ha lanciato la prima pietra avvertendo che se il bomber carioca avesse ballato dopo un gol domani sera «Sarebbe scoppiato un casino pazzesco, peraltro è la reazione più normale del mondo». Testuale. A “El Chiringuito” il presidente dell'Associazione spagnola degli agenti di calcio, ha peggiorato ulteriormente la cosa: «Devi rispettare il tuo avversario storico e quando segni contro di loro non balli. Se vuoi ballare vai al sambódromo in Brasile. Qui quello che devi fare è rispettare i tuoi colleghi e smetterla di comportarti come una scimmia». Agghiacciante, un pensiero indegno di un essere umano senziente.

BALLA CHE TI PASSA Vini Júnior non è un codardo, Vini Júnior ci mette la faccia, come dopo ogni gol, come prima del ballo. Lo fa anche stavolta. Senza sorriso, però. Con determinazione. Registra un video e lo posta su Instagram e sulle altre reti social: «“Finché il colore della pelle sarà più importante della luminosità degli occhi, ci sarà la guerra”. Ho questa frase tatuata sul mio corpo. Ho questo pensiero permanentemente nella testa. Questo è l'atteggiamento, la filosofia che cerco di mettere in pratica nella mia vita. Dicono che la felicità infastidisca. La felicità di un nero brasiliano che trionfa in Europa infastidisce molto di più. Ma la mia voglia di vincere, il mio sorriso e la luminosità dei miei occhi sono molto più grandi di questo. Non puoi nemmeno immaginare quanto. Sono stato vittima di xenofobia e di razzismo in una dichiarazione. Però sappiate che nulla di tutto questo è iniziato ieri. Settimane fa hanno cominciato a criminalizzare i miei balli. Balli che non sono solo miei. Sono di Ronaldinho Gaúcho, Neymar Júnior, Lucas Paquetá, Antoine Griezmann, João Félix, Matheus Cunha... Sono i balli di artisti funk e sambisti brasiliani, di cantanti reggaeton e di neri americani. Sono balli per celebrare la diversità culturale del mondo. Accettatelo, rispettatelo. Io no, non smetterò di ballare. Vengo da un paese dove c’è enorme povertà e dove le persone non hanno accesso all'istruzione... In molti casi non c'è nemmeno cibo in tavola! Non sono avvezzo a rispondere pubblicamente alle critiche. Mi attaccano e non replico. Mi lodano e non parlo. Io lavoro. Lavoro duro. Dentro e fuori dal campo. Ho investito nello sviluppo di un'app per aiutare a educare i bambini nelle scuole pubbliche e l’ho fatto senza l'aiuto finanziario di nessuno. Sto costruendo una scuola con il mio nome. Farò molto di più per l'istruzione. Voglio che le prossime generazioni siano preparate, come me, a combattere contro razzisti e xenofobi. Cerco sempre di essere un professionista e un cittadino esemplare. Però questo mio modo di comportamento non regala click, non va in tendenza sulle reti né motiva i codardi a parlare in modo aggressivo di persone che nemmeno conoscono. Il copione finisce sempre con delle scuse e con la classica frase “Sono stato frainteso”. Però io lo ripeto, te lo ridico, razzista: non smetterò di ballare. Al Sambodromo, al Bernabéu, ovunque».

BAILA VINI, BAILA Un attimo dopo il post hanno iniziato a piovere messaggi d’appoggio al crack cresciuto nella cantera del Flamengo: O Rei Pelé, Neymar, Paquetá e mille altri hanno commentato o postato la frase “Baila, Vini, baila”. Balla quanto vuoi, Vinícius Júnior, balla e sorridi. In faccia ai razzisti.

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