Pagina 2 | Higuain shock: "Il calcio è tossico. Juve, Napoli e Argentina, vi svelo tutto"

MIAMI (Usa) - Il centravanti argentino Gonzalo Higuain torna a parlare dopo l’annuncio del proprio ritiro. Il calciatore ha rilasciato una lunga intervista in cui parla delle sue esperienze nel mondo del calcio. "Ho iniziato a giocare per amore del gioco - afferma in esclusiva a Goal - sono stato spinto dalla passione. Speravo che crescendo e diventando un calciatore professionista, avrei provato le stesse cose, ossia che fosse molto simile alla passione e all'amore che avevo da bambino, ma poi ti accorgi che non è la stessa cosa. L'amore per lo sport non è lo stesso per tante altre cose: soldi e finanze, direttori sportivi e contratti. La tua vita cambia completamente, quindi ho dovuto conviverci. Nel calcio devi essere mentalmente forte, altrimenti non arrivi in alto. Serve una grande forza mentale per poter raggiungere la vetta”.


“Le mie squadre? Real, Napoli e Juve”

In carriera Higuain ha vestito la maglia di diverse squadre giocando nella Liga, in Serie A e in Premier League. ”La squadra dove ho giocato più a lungo è stata il Real Madrid - sottolinea il centravanti argentino - poi sono stato quattro anni alla Juve, tre anni al Napoli, sei mesi al Milan e sei mesi al Chelsea. Se devo giudicare in base al tempo che ho passato in un club, posso dire Real Madrid, Napoli, Juve per l'affetto reciproco che mi lega a queste piazze. Ho vissuto bei momenti in tutti i club, ho giocato in molte squadre perché volevo spostarmi, provare cose diverse, sfidare me stesso giocando per club differenti e mostrare cosa potevo fare ovunque ed essere in grado di vincere ovunque”.


L’argentino più costoso di sempre

"Quando sei il numero 9 sei costantemente nell'occhio del ciclone - confessa Higuain - a volte fai tre goal, e sbagli il quarto ed è quello che ricordano, ma sono più che orgoglioso e contento del successo che ho avuto. Dai brutti momenti impari a maturare, a crescere e io personalmente non rimpiango niente. Io ho perso, molte finali: Copa America e Coppa del Mondo. E ho avuto la sfortuna di essere quello che ha fallito un occasione da goal importante. Importante. Erano tempi duri, ma poi un anno dopo sono stato venduto per 90 milioni alla Juventus e sono diventato l'argentino più costoso di sempre. Ed proprio lì che capisci che nulla può distrarti dal tuo obiettivo".

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Messi e Cristiano Ronaldo

L’attaccante è uno dei pochi calciatori che ha avuto il privilegio di giocare con i due fuoriclasse che hanno caratterizzato gli ultimi due decenni del calcio mondiale. "Si prendono la responsabilità quando le cose non vanno bene e per me è stato un privilegio poter giocare con due dei più grandi giocatori di tutti i tempi. Ricorderò sempre il fatto di aver giocato con loro nel loro periodo di massimo splendore. Non sono solo grandi ex compagni di squadra, ma anche grandi amici".

Il rapporto con Napoli

Il centravanti parla anche della sua esperienza nel Napoli: amore e odio, un concentrato di sentimenti. "Sono momenti impossibili da dimenticare. Giocare a Napoli è una delle sensazioni più belle che puoi provare da giocatore, ossia sentire uno stadio pieno di persone che urlano il tuo nome dopo un goal: mi viene la pelle d'oca a pensarci oggi. Ma può succedere anche il contrario. Non tutto è bello nel calcio. Un giorno 60.000 persone stanno urlando il tuo nome. Quindici giorni dopo, potrebbero insultarti. Le cose cambiano velocemente nel calcio. Molto velocemente. Quindi nel tempo ho cercato di imparare che gli elogi non mi portano troppo in alto e le critiche non mi portano troppo in basso”.

I successi ottenuti

"Sono sicuro che quando smetterò di giocare, penserò a tutto ciò che sono stato in grado di vincere - ammette il centravanti nella sua lunga intervista - sono super orgoglioso di ciò che ho ottenuto. Ho giocato per i migliori club del mondo, sono stato in Nazionale per nove anni. Ho giocato in Coppa del Mondo e in Champions League, ho raggiunto tutti gli obiettivi che mi ero prefissato nella mia carriera. Vincere o perdere è una conseguenza; la cosa più importante è il percorso, ed è qualcosa che la gente non mi toglierà mai. Ho avuto una carriera meravigliosa".

La sua vita dopo il ritiro

Quando attaccherà gli scarpini al chiodo, la sua vita sarà lontano dal calcio. "Questo campionato e questo paese mi hanno fatto imparare e capire come posso godermi tutto ciò che prima non ero in grado di fare. Amo mia figlia e mia moglie. La mia vita ruota attorno a loro. Sono le persone che sono sempre con me, nel bene e nel male. Mi piacerebbe imparare a cucinare, suonare la chitarra oppure imparare l’inglese. Ma non ho alcuna intenzione di restare nel calcio, almeno a breve termine. È un mondo che ogni giorno diventa sempre più tossico, e non mi vedo nel calcio una volta che smetto di giocare. Voglio essere molto lontano dallo sport. Penso che sia solo un mondo a cui non appartengo tanto quanto pensavo di appartenere inizialmente: Dopo il calcio voglio aprire la mia mente, godermi la famiglia e la mia vita".

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Messi e Cristiano Ronaldo

L’attaccante è uno dei pochi calciatori che ha avuto il privilegio di giocare con i due fuoriclasse che hanno caratterizzato gli ultimi due decenni del calcio mondiale. "Si prendono la responsabilità quando le cose non vanno bene e per me è stato un privilegio poter giocare con due dei più grandi giocatori di tutti i tempi. Ricorderò sempre il fatto di aver giocato con loro nel loro periodo di massimo splendore. Non sono solo grandi ex compagni di squadra, ma anche grandi amici".

Il rapporto con Napoli

Il centravanti parla anche della sua esperienza nel Napoli: amore e odio, un concentrato di sentimenti. "Sono momenti impossibili da dimenticare. Giocare a Napoli è una delle sensazioni più belle che puoi provare da giocatore, ossia sentire uno stadio pieno di persone che urlano il tuo nome dopo un goal: mi viene la pelle d'oca a pensarci oggi. Ma può succedere anche il contrario. Non tutto è bello nel calcio. Un giorno 60.000 persone stanno urlando il tuo nome. Quindici giorni dopo, potrebbero insultarti. Le cose cambiano velocemente nel calcio. Molto velocemente. Quindi nel tempo ho cercato di imparare che gli elogi non mi portano troppo in alto e le critiche non mi portano troppo in basso”.

I successi ottenuti

"Sono sicuro che quando smetterò di giocare, penserò a tutto ciò che sono stato in grado di vincere - ammette il centravanti nella sua lunga intervista - sono super orgoglioso di ciò che ho ottenuto. Ho giocato per i migliori club del mondo, sono stato in Nazionale per nove anni. Ho giocato in Coppa del Mondo e in Champions League, ho raggiunto tutti gli obiettivi che mi ero prefissato nella mia carriera. Vincere o perdere è una conseguenza; la cosa più importante è il percorso, ed è qualcosa che la gente non mi toglierà mai. Ho avuto una carriera meravigliosa".

La sua vita dopo il ritiro

Quando attaccherà gli scarpini al chiodo, la sua vita sarà lontano dal calcio. "Questo campionato e questo paese mi hanno fatto imparare e capire come posso godermi tutto ciò che prima non ero in grado di fare. Amo mia figlia e mia moglie. La mia vita ruota attorno a loro. Sono le persone che sono sempre con me, nel bene e nel male. Mi piacerebbe imparare a cucinare, suonare la chitarra oppure imparare l’inglese. Ma non ho alcuna intenzione di restare nel calcio, almeno a breve termine. È un mondo che ogni giorno diventa sempre più tossico, e non mi vedo nel calcio una volta che smetto di giocare. Voglio essere molto lontano dallo sport. Penso che sia solo un mondo a cui non appartengo tanto quanto pensavo di appartenere inizialmente: Dopo il calcio voglio aprire la mia mente, godermi la famiglia e la mia vita".

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