Psg, Al Khelaifi e quelle ombre per il caso Qatar

Tre pm stanno investigando sul presidente del club parigino dopo le accuse di un avvocato franco-algerino, torturato e minacciato per il possesso di documenti compromettenti sul Mondiale 2022
Psg, Al Khelaifi e quelle ombre per il caso Qatar© EPA

Dopo aver alzato con forza e convinzione il vessillo della Uefa nella lotta alla Superlega, Nasser Al-Khelaifi si sente sicuro anche se nell’occhio del ciclone. Premiato dal presidente della Uefa Aleksander Ceferin con la presidenza della Eca, l’organismo che rappresenta i club calcistici europei, ha ormai un ruolo che lo mette al riparo da eventuali ripercussioni per alcuni suoi comportamenti non proprio ortodossi. Primo tra tutti quello di un presunto scandalo di corruzione relativo all’organizzazione degli ultimi Mondiali in Qatar, paese di origine del presidente del Paris Saint Germain. Una situazione che è venuta fuori dopo una prima denuncia da parte dell’avvocato franco-algerino Tayeb Benabderrahmane, il quale aveva dichiarato di essere stato sequestrato e torturato per essere in possesso di documenti compromettenti sull’assegnazione dei Mondiali 2022 all’emirato del Golfo Persico. Per ora sono tre i giudici istruttori che hanno aperto un’indagine al riguardo. L’accaduto avrebbe avuto luogo in Qatar nel gennaio del 2020, mese nel quale Benabderrahmane sarebbe stato imprigionato e torturato perché in possesso di informazioni molto delicate che avrebbero messo in cattiva luce proprio Al-Khelaifi.

Le informazioni su Al-Khelaifi

Al comando del Psg dall’estate del 2011, l’imprenditore qatariota avrebbe cavalcato l’onda delle ottime relazioni tra il suo paese e la Francia, dopo che il 2 dicembre del 2010 i Mondiali del 2022 erano stati assegnati al suo paese grazie all’influenza di personaggi importanti del posto come Michel Platini e l’ex presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy. Oltre a documenti che potessero provare effettivi favori dal mondo dei politici verso la candidatura del Qatar, l’avvocato franco-algerino avrebbe avuto in possesso anche prove relative alla vendita di diritti televisivi all’emittente del Golfo, Be-In, nella quale lo stesso Al-Khelaifi ha lavorato per parecchio tempo. I diritti in questione sarebbe stati relativi anche ai Mondiali del 2026 e del 2030. Lo stesso Al-Khelaifi , tuttavia, pochi giorni fa ha emesso un comunicato nel quale indicava di non essere preoccupato: «Stiamo parlando di criminali professionisti. È l’ultima manipolazione dei media. Sono stupito che così tante persone abbiano considerato credibili le sue bugie e le sue contraddizioni».

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