Liberté Egalité Mbappé, più di un affare di Stato: tutti i retroscena

Cosa c'è da sapere sul braccio di ferro tra Kylian e il Psg di Al- Khelaifi dopo la rottura sul rinnovo fino al 2025: il ruolo della mamma Fayza Lamari, Macron, il Real di Perez, il fratellino Ethan e la beffa del premio fedeltà
Liberté Egalité Mbappé, più di un affare di Stato: tutti i retroscena© Getty Images

Liberté, Egalité, Mbappé. Sui social dell'Esagono il motto nazionale della Repubblica è stato riveduto e corretto dal partito di Kylian, le cui fila s'ingrossano a mano a mano si arroventa il braccio di ferro fra il capitano della Francia e Nasser Ghanim Tubir Al-Khelaïfi, 49 anni, presidente del Psg, da dodici anni inutilmente alla ricerca della Champions League (spese sinora sostenute: 1 miliardo 300 milioni di euro, valutazione per difetto).

Decisamente, questo è un periodo stressante per l'attuale presidente e amministratore delegato di beIN Media Group, presidente del fondo sovrano Qatar Investment Authority, presidente della federazione qatariota di tennis, ex direttore di Al Jazeera Sports, presidente del FC Miami City. Come se non bastasse lo scontro frontale con il secondo teen ager dopo Pelè, capace di segnare in una finale di Coppa del Mondo, ci si è messo pure il maggiordomo Hicham Karmoussi. Questi ha denunciato Al-Khelaifi per alla magistratura parigina per «complicità in tentato sequestro», «tentativo di rapimento»,«complicità in estorsioni», «associazione a delinquere»,«manomissione di testimonianze», «corruzione a pubblico ufficiale», «violazione della privacy»,«violazione del trattamento automatizzato dei dati», «violazione del segreto epistolare».

Sulla scorta di queste accuse, la polizia francese il 13 luglio scorso la polizia ha perquisito la casa di Al-Khelaifi che respinge fermamente ogni addebito. L'inchiesta è in corso. Nell'attesa, il Psg balla sulle punte: cerca Ousmane Dembelé che, però, dice di voler restare al Barcellona. Così, l'unico attaccante a disposizione di Luis Enrique è  Hugo Ekiitike, 21 anni, ex Reims, messosi in mostra nella tournée giapponese durante la quale Mbappe è andato in campo. Ma non era Kylian, era il fratello Ethan, 16 anni.

Il premio fedeltà

L'illustre consanguineo, di otto anni più grande, è rimasto in Europa, baccagliando con Al-Khelaifi, finito in un vicolo cieco, lui che, nel 2017, pagò Mbappè 180 milioni di euro al Monaco. Il Real aspetta Kylian da almeno un anno, sapendo che il contratto dell'attaccante con il Psg scadrà il 30 giugno 2024, data dopo la quale egli si libererà a parametro zero. Si capisce perché Il suo presidente non veda l'ora di cederlo adesso: a Perez ha chiesto 200 milioni di euro per il cartellino e potete immaginare la crassa risata di Don Florentino che accarezza l'affare del secolo. Con fare sornione, egli sta alla finestra e guata il Golden Boy 2017 di Tuttosport che ha appena detto no all'Al-Hilal, piombando nella depressione più cupa Al-Khelaifi il quale, per il cartellino aveva sparato altissimo (300 milioni di euro), sentendosi rispondere sì.

Per giunta, i sauditi erano pronti a stipendiare Kylian con 22 euro al secondo, 1.320 euro al minuto, 79 mila euro all'ora, 1 milione e 900 mila euro al giorno, 57 milioni di euro al mese. Moltiplicati per cinque anni, risultano 3 miliardi e 420 milioni di euro. Ci siete ancora? Bene. Sappiate che, nel frattempo ed entro domani alle 24, il Psg deve versare al giocatore 40 dei 180 milioni di euro pattuiti un anno fa, quando Kylian firmò il prolungamento del rapporto, in cambio di 72 milioni di euro lordi e di un bonus una tantum di 180 milioni di euro, la prima tranche dei quali erogabile entro il 31 luglio 2023, alla voce "Premio fedeltà". Paradosso dei paradossi, n'est-ce pas?

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Affare di Stato

La verità è che la grandezza di Mbappé e la rilevanza della sua vicenda sono tali da trasformarle in un autentico affare di Stato. Chi l'ha detto per primo? Monsieur Le Président, Emmanuel Macron, tifoso dell'Olympique Marseille. Quando? Il 4 giugno 2022, intervista concessa a Le Parisien e ad alcuni quotidiani regionali francesi:  "Vi assicuro, non intervengo in nessun trasferimento. Sono come un cittadino qualunque quando si tratta di sport, con il desiderio di vedere del bel gioco e fare il tifo per una squadra, nel mio caso l'Olympique Marsiglia. Ho parlato con Kylian prima della sua scelta di prolungare fino al 2025 il suo contratto con il PSG, ma è stato solo per consigliargli di rimanere in Francia. Quando viene sollecitato in modo informale ed amichevole, il ruolo di un presidente è quello di difendere il Paese". Macron l'ha difeso talmente bene che Mbappé ha firmato sì, ma fino al 2024, anticipando che l'opzione 2025 sarebbe rimasto lettera morta: "Ho le mie ragioni e so quel che faccio".

Traduzione: ok, firmo per un altro anno perché non ne posso più, cio mancava pure Macron. Poi, però, me ne vado al Real. La destinazione è nota, la strada è spianata, la guerriglia delle parole è scoppiata in casa stessa del Psg. L'ultima in ordine di tempo a prendere posizione è stata l'attaccante Marie-Antoinette Katoto, giocatrice della Nazionale, anche se assente per infortunio nella Coppa del Mondo in corso in Australia e Nuova Zelanda. Le è bastato scrivere su Instagram : "Force KM7" per scatenare l'inferno insieme con Marquinhos, capitano del Psg che in un'intervista ha candidamente affermato: "Mbappé è un giocatore eccezionale, molto forte, la sua è una questione di gestione, è delicata. Spero si risolva bene, torni con noi e ci aiuti in questa stagione". Non l'avesse mai detto: Al-Khelaifi si è imbelvito, al punto da mettere sul mercato l'ex romanista, ordinando il silenzio stampa sulla vicenda Mbappé per tutta la durata della tournée asiatica. 

Luis Enrique, secondo quanto rivelato da L'Equipe, non terrà nessuna conferenza stampa fino alla prima partita di campionato, in programma il 13 agosto contro il Lorient. Finita qui? Macché. Dall'alto della sua autorevolezza quale sindaca di Parigi, è scesa in campo anche Anne Hidalgo e ci ha messo un carico da novanta: «Non capisco a che gioco sta giocando il Psg. Hanno il miglior giocatore del mondo e sono disposti a non giocare con lui. Ammetto di non capirci niente. Bisogna tenerlo a Parigi».

Mbappé e il no all'Al-Hilal

Mamma Fayza

A questo punto, la palla passa alla signora Fayza Lamari, 48 anni,  procuratrice e consulente per gli investimenti del figlio, apripista delle 12 società che gestiscono diritti di immagine, marketing, comunicazione, immobili. Come la Juve ha imparato a proprie spese misurandosi con Madame Véronique Rabiot, per alcuni calciatori francesi la mamma non è soltanto sempre la mamma, ma la persona migliore per tutelare i propri interessi. Mario Gerevini, mastino dei cronisti d'economia del Corriere della Sera, di cui è un brillante inviato, ha fatto le pulci al patrimonio di Kylian, rigorosamente in ordine a livello fiscale, come accertato dagli ultimi controlli delle autorità francesi.

A partire dalla  Zebra Valley di Los Angeles, zona West Hollywood, "gestita da una francese trapiantata in california, Barbara Uzzan, professionista che ha curato anche il patrimonio conteso della star musicale francese Johnny Hallyday, morto nel 2017". Mamma e figlio sono soci al 50%.  Il loro consulente di fiducia è il signor Ziad Hage Hammoud, 44 anni, francese nato in Libano. Hammoud, ex top manager di «beIN Media Group» e avrebbe mantenuto ottimi rapporti con il suo fondatore Nasser Al-Khelaifi. Potrebbe essere lui l'uomo capace di metter pace fra Kylian e il suo presidente? Nasser spera naturalmente di sì, Florentino spera naturalmente di no. A la guerre comme à la guerre.

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Liberté, Egalité, Mbappé. Sui social dell'Esagono il motto nazionale della Repubblica è stato riveduto e corretto dal partito di Kylian, le cui fila s'ingrossano a mano a mano si arroventa il braccio di ferro fra il capitano della Francia e Nasser Ghanim Tubir Al-Khelaïfi, 49 anni, presidente del Psg, da dodici anni inutilmente alla ricerca della Champions League (spese sinora sostenute: 1 miliardo 300 milioni di euro, valutazione per difetto).

Decisamente, questo è un periodo stressante per l'attuale presidente e amministratore delegato di beIN Media Group, presidente del fondo sovrano Qatar Investment Authority, presidente della federazione qatariota di tennis, ex direttore di Al Jazeera Sports, presidente del FC Miami City. Come se non bastasse lo scontro frontale con il secondo teen ager dopo Pelè, capace di segnare in una finale di Coppa del Mondo, ci si è messo pure il maggiordomo Hicham Karmoussi. Questi ha denunciato Al-Khelaifi per alla magistratura parigina per «complicità in tentato sequestro», «tentativo di rapimento»,«complicità in estorsioni», «associazione a delinquere»,«manomissione di testimonianze», «corruzione a pubblico ufficiale», «violazione della privacy»,«violazione del trattamento automatizzato dei dati», «violazione del segreto epistolare».

Sulla scorta di queste accuse, la polizia francese il 13 luglio scorso la polizia ha perquisito la casa di Al-Khelaifi che respinge fermamente ogni addebito. L'inchiesta è in corso. Nell'attesa, il Psg balla sulle punte: cerca Ousmane Dembelé che, però, dice di voler restare al Barcellona. Così, l'unico attaccante a disposizione di Luis Enrique è  Hugo Ekiitike, 21 anni, ex Reims, messosi in mostra nella tournée giapponese durante la quale Mbappe è andato in campo. Ma non era Kylian, era il fratello Ethan, 16 anni.

Il premio fedeltà

L'illustre consanguineo, di otto anni più grande, è rimasto in Europa, baccagliando con Al-Khelaifi, finito in un vicolo cieco, lui che, nel 2017, pagò Mbappè 180 milioni di euro al Monaco. Il Real aspetta Kylian da almeno un anno, sapendo che il contratto dell'attaccante con il Psg scadrà il 30 giugno 2024, data dopo la quale egli si libererà a parametro zero. Si capisce perché Il suo presidente non veda l'ora di cederlo adesso: a Perez ha chiesto 200 milioni di euro per il cartellino e potete immaginare la crassa risata di Don Florentino che accarezza l'affare del secolo. Con fare sornione, egli sta alla finestra e guata il Golden Boy 2017 di Tuttosport che ha appena detto no all'Al-Hilal, piombando nella depressione più cupa Al-Khelaifi il quale, per il cartellino aveva sparato altissimo (300 milioni di euro), sentendosi rispondere sì.

Per giunta, i sauditi erano pronti a stipendiare Kylian con 22 euro al secondo, 1.320 euro al minuto, 79 mila euro all'ora, 1 milione e 900 mila euro al giorno, 57 milioni di euro al mese. Moltiplicati per cinque anni, risultano 3 miliardi e 420 milioni di euro. Ci siete ancora? Bene. Sappiate che, nel frattempo ed entro domani alle 24, il Psg deve versare al giocatore 40 dei 180 milioni di euro pattuiti un anno fa, quando Kylian firmò il prolungamento del rapporto, in cambio di 72 milioni di euro lordi e di un bonus una tantum di 180 milioni di euro, la prima tranche dei quali erogabile entro il 31 luglio 2023, alla voce "Premio fedeltà". Paradosso dei paradossi, n'est-ce pas?

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